Legalità
Il sapore della legalità che fa tornare bambini
Raggiungere Trabona, in provincia di Caltanissetta, non è facile a causa di una viabilità ferma nella notte dei tempi ma, quando riesci a fare ingresso nell'azienda agricola creata dall'associazione "Tam Tam" in un bene confiscato alla mafia che le è stato assegnato, si viene rapiti dai profumi della terra ancora incontaminata. Se, poi, si decide di fermarsi, il gusto delle uova di galline veramente "felici", insieme alla bontà del miele prodotto, fanno tornare bambini. sprizzando di quella gioia che sa darti solo la natura
Valorizzare il territorio partendo dalle nuove generazioni alle quali trasferire la memoria di luoghi che, riconsegnati alla comunità, ritrovano l’importanza della loro storia. È a Trabona, in provincia di Caltanissetta, che, grazie all’associazione “Tam Tam”, è nata un’azienda agricola dove non solo trascorrere una o più giornate immersi nei suoi 117 ettari di natura incontaminata, ma potere anche scoprire come impiantare e far crescere germogli di legalità. Luogo un tempo appartenuto alla criminalità organizzata, dove sembra avere svernato qualche boss capo di Cosa nostra e dove oggi è possibile gustare prodotti il cui sapore riesce a fare tornare bambini. Come quelli che partecipano periodicamente ai laboratori ricreativi nei quali si sporcano letteralmente le mani impiantando nell’orto semi di ortaggi. Senza contare la possibilità di osservare da vicino come si produce il miele, facendo la conoscenza del mondo delle api. Il tutto concluso sempre con deliziosi pranzi con prodotti la cui genuinità loro stessi verificano personalmente.
Quando gestisci un bene confiscato hai la grande responsabilità di dovere essere valore per la comunità
– Davide Cammarata, associazione “Tam Tam”
«Noi stessi lo riteniamo un luogo magico »– afferma la presidente dell’associazione “Tam Tam”, Zulema Falsone – «e devo dire che, da quando lo abbiamo avuto affidato, tante belle cose sono avvenute qui. A parte il fatto che la nostra produzione di uova e miele ci consente di interagire diversamente con la gente del posto che, devo dire, sin da quando siamo arrivati, circa 19 anni fa, ha capito che volevano essere un valore aggiunto per la comunità. Qui passano e crescono tantissimi giovani che vengono fare campeggio oppure organizzano festival musicali, come “Gabbara (a n’antra banna)”, che hanno portato anche oltre duemila persone a serata; e parliamo di un pubblico di ogni età. Non è mai successo nulla di spiacevole. Questo dimostra che, quando si persegue la strada del bene comune, i risultati sono evidenti».
Risultati come quello del miele il cui sapore fa tornare veramente bambini, al tempo in cui la merenda più ambita, da chi aveva riportato un buon voto o avere messo in ordine la propria cameretta, era la fetta di pane con burro e miele.
Restando, poi, in silenzio si può ascoltare quel che la natura vuole comunicare.
«Come questo bene ce ne sono tanti altri in Sicilia che, se gestiti anche con amore, rilevano potenzialità enormi».– aggiunge Davide Cammarata, da sempre uno dei cuori pulsanti dell’associazione – «La nostra è una piccola associazione che, però, è tanto cresciuta negli anni. Ovviamente il nostro è un lavoro sinergico che dimostra come si possa cambiare il destino di luoghi di cui la criminalità mafiosa si è appropriata senza volerli fare diventare risorse per il territorio. Qui arrivano quasi giornalmente ragazzi delle scuole che vedono forse per la prima volta un pollaio, che non sanno come si produce il miele perchè non hanno mai visto un’arnia o un’ape. Si avvicinano alla terra quasi con timore, andando poi via decisi a impiantare magari non dico un orticello, ma qualche piantina sul balcone di casa da curare e “gustare”. È bello rendersi contro di contribuire concretamente alla crescita di qualcuno».
Un cambiamento della comunità che avviene anche grazie alla crescita dell’associazione e dell’azienda di Trabona dove il prossimo passo potrebbe essere quello di un pastificio.
Ai ragazzi bisogna dare la speranza nel futuro attraverso esempi concreti.
«Quando siamo arrivati i terreni erano in effetti pronti »– aggiunge in conclusione la presidente – «così non abbiamo avuto difficoltà a seminare e produrre biologico. Ora però stiamo lavorando affinché possiamo diventare del tutto autonomi attraverso un pastificio. Sappiamo che è facile, ma le condizioni ci sono. Crediamo che, se ci si crede veramente e tutti insieme, i sogni si possano realizzare. Non potremmo deludere tutti quei ragazzi ai quali raccontiamo come un bene si possa trasformare, dando valore e valori».
Trabona, dunque, come simbolo di un territorio che ha creduto al cambiamento grazie ai giovani di “Tam Tam” e alla vicinanza della comunità. Trabona oggi come luogo della rinascita che mette in pratica la forza della speranza.
In apertura il panorama dal bene confiscato di Trabona (foto di Gilda Sciortino)
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