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Il male oscuro? Una malattia sociale

Lettera all'esperto sulla depressione e le sue componenti chimiche e psicologiche

di Massimo Cozza

Si leggono dati inquietanti sul numero di persone che in Italia soffrono di depressione. Ma di questo termine si fa un uso spropositato e inopportuno, scambiando per patologia quella malinconia che fa parte inevitabilmente della nostra esistenza. Vorrei sapere quanta componente chimica e quanta psicologica ci sia nella malattia e se davvero si può parlare di ?malattia sociale?.
Chiara F., Potenza

Risponde Massimo Cozza
La depressione rappresenta sia la patologia più diffusa sia il problema di natura psicopatologica maggiormente affrontato dai mezzi di comunicazione. Come lei giustamente ha notato, spesso il tema viene affrontato in modo superficiale, mettendo sullo stesso piano le diverse espressioni del disturbo depressivo e ingenerando nell?opinione pubblica false consapevolezze sia in merito alle cause, che alle risposte. Dobbiamo quindi in primo luogo chiarire che la depressione conseguente a un dispiacere o a una perdita, se limitata nel tempo, rientra nel normale funzionamento della nostra psiche. Entriamo nel campo psicopatologico quando lo stato depressivo dura negli anni e diventa invalidante per la vita sociale.
Per rispondere al suo quesito, appare ovvio che nella prima tipologia di depressione ?normale? la componente psicologica è l?elemento etiologico prioritario in rapporto agli eventi negativi della vita. Nel secondo caso diverse sono le componenti in gioco che tra di loro interagiscono, tenendo però presente che l?elemento principale va ricercato nella storia di ciascuno. Se infatti studi diversi affermano l?importanza della componente genetica, questa può giocare un ruolo come fattore predisponente che ha però bisogno di altre concause per poter determinare il disturbo depressivo. Tra queste, diventa fondamentale la presenza di gravi disturbi di natura psicologica anche in correlazione a problematiche di natura sociale.
La questione della componente chimica va affrontata, una volta per tutte, senza pregiudizi ideologici ed è in gran parte legata all?uso degli psicofarmaci. Che vi siano delle alterazioni chimiche è indubbio, ma nessuno ancora ha dimostrato che rappresentino la causa della malattia. Appare invece molto più verosimile che ne siano la conseguenza. Questo non significa che gli psicofarmaci non vanno presi, ma che vanno utilizzati in modo corretto all?interno di un più generale progetto terapeutico- riabilitativo.
Infine, può essere definita come ?malattia sociale?? Sicuramente ci troviamo di fronte a un rilevante problema di natura psicopatologica che dovrebbe interessare la società nel suo complesso. Troppo spesso i servizi pubblici sottovalutano le dimensioni del problema, anche perché un depresso difficilmente si reca da solo presso un ambulatorio.

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