Filantropia
L’anno che verrà nelle linee d’intervento di Fondazione Cariplo
Presentata questa mattina a Milano, all’interno dell’evento “Credere insieme nel futuro” la programmazione per il prossimo anno. A disposizione oltre 150 milioni di euro per gli interventi che si snoderanno lungo quattro direttrici strategiche: creare valore condiviso, ridurre le disuguaglianze, allargare i confini e creare le condizioni abilitanti
Una formula partecipata e ricca di suggestioni è quella pensata da Fondazione Cariplo per fare da cornice alla presentazione delle attività filantropiche del prossimo anno e fino al 2027 per le quali è previsto un budget per il 2024 di oltre 153 milioni di euro. Prima della presentazione vera e propria curata – nel corso di una conferenza stampa aperta – dal direttore generale Sergio Urbani, il presidente di Fondazione Cariplo, Giovanni Azzone ha dialogato con Francesco Billari, rettore dell’Università Bocconi, Ferruccio de Bortoli, presidente dell’associazione Vidas, Francesca Pasinelli, consigliere delegato di Fondazione Telethon e Delphine Moralis, ceo di Philanthropy Europe Association – Philea con un messaggio video.
«Problemi complessi, non hanno soluzioni semplici» ha osservato Azzone facendo anche riferimento al territorio: la Lombardia e le province di Novara e Verbano-Cusio-Ossola in cui la società sta cambiando. «Dobbiamo contrastare la povertà in modo sinergico, coinvolgendo su questi obiettivi tutte le aree di intervento. Se da un lato il principale ambito appare quello del sociale, dall’altro anche chi opera in campo culturale, ambientale e in quello della ricerca potrà e dovrà dare un importante contributo» ha osservato.
Welfare di precisione
Per il presidente Azzone è evidente la necessità di agire sia sulle emergenze, per garantire i bisogni primari, sia su tutto ciò che può generare sviluppo economico. «Dobbiamo dire grazie agli enti non profit che lavorano ogni giorno su mille fronti; senza di loro» ha aggiunto «la situazione sarebbe ancora più grave di quella che abbiamo davanti agli occhi. Miriamo ad un welfare di precisione, in cui la tecnologia e l’analisi dei dati possono essere un grande alleato. Vogliamo e dobbiamo credere insieme nel futuro».
La strategia di intervento di Fondazione Cariplo parte dal proprio ruolo nel contesto locale del suo storico territorio di riferimento. Un territorio che, ha ricordato il demografo Billari, è più grande di alcune nazioni europee. Non deve mancare tuttavia lo sguardo al contesto globale, che pone interrogativi su grandi temi quali le vecchie e nuove povertà e fragilità, le dinamiche demografiche e migratorie, la crisi climatica, l’occupazione. Nel dialogo con i diversi interlocutori si è sottolineato sia la necessità di non utilizzare modelli omogenei per un territorio che non lo è, ma anche il fatto, come ha richiamato per esempio De Bortoli, che «mentre ci siamo occupati delle fragilità non lo abbiamo fatto con la solitudine».
Tante criticità
«Lavorando con le povertà bisogna riuscire a bilanciare le criticità. Su casa e cibo non si può non intervenire, ma c’è anche il tema del digitale che è fondamentale per i giovani e i Neet, ma anche per gli anziani che rischiano di essere esclusi» ha aggiunto Azzone.
«Lo sguardo deve essere necessariamente allargato ai fenomeni planetari», ha sottolineato ancora Azzone. «Ciò che accade sui nostri territori è l’effetto dei grandi cambiamenti in atto a livello globale e nazionale. Vogliamo collaborare con tutti coloro che desiderano impegnarsi su questi fronti. In primis, con le fondazioni in Italia e nel mondo».
Partecipare a interventi di sistema
Il presidente della Fondazione ha inoltre sottolineato come sia importante anche allargare i confini con la consapevolezza di essere parte di un Paese più ampio «per noi partecipare agli interventi di sistema è un modo per fare il bene di questo territorio». Da osservare, infatti, che 20 milioni del budget complessivo di oltre 153 milioni di euro sono destinati a due iniziative realizzate a livello nazionale insieme alle altre fondazioni di origine bancaria: il Fondo a contrasto della povertà educativa e il Fondo Repubblica Digitale.
Le quattro direttrici strategiche
Venendo alle quattro direttrici strategiche l’illustrazione, nel corso di una conferenza stampa, è stata affidata al direttore generale Sergio Urbani. Per la prima, l’impegno complessivo della Fondazione è di 52,6 milioni di euro, che saranno investiti nel sostegno alla creazione e allo sviluppo sostenibile di ecosistemi territoriali. Tra le attività previste “Call for ideas Strategia Clima”, per la quale sono stati stanziati 3,3 milioni di euro per aumentare le capacità di adattamento al cambiamento climatico e di mitigazione dei suoi effetti, e anche il bando “Luoghi da rigenerare”, per cui verranno investiti 5 milioni di euro per favorire la riapertura e restituzione alle comunità di luoghi fortemente simbolici, anche attraverso percorsi di ascolto e coinvolgimento della cittadinanza e delle istituzioni. Fa parte di questa anche il bando Sos Patrimonio (1,53 mln di euro di budget) con l’osservazione che, ha ricordato Urbani «il 63% delle richieste ha riguardato beni culturali ecclesiastici».
Riduzione delle disuguaglianze
Ammontano a 24,7 milioni di euro, invece, i fondi stanziati a supporto della seconda linea programmatica, che consiste nella riduzione della disuguaglianze, intervenendo sulle diverse forme di povertà e fragilità: «La seconda linea programmatica è quella di contrastare le povertà, quindi le disuguaglianze che in questo momento stanno esplodendo e non hanno più solo una matrice materiale, ma spesso hanno anche una matrice culturale, digitale e di accesso alle opportunità. Abbiamo tantissimi strumenti per cercare di intervenire su questo problema», ha osservato il dg.
A generare disuguaglianza e povertà non è, infatti, solo la dimensione economica. La povertà può toccare molteplici aspetti, come, ad esempio, quella educativa e culturale. L’impegno di Fondazione Cariplo prevede la realizzazione di diversi bandi per il 2024, come “Alla scoperta della cultura”, per cui sono stati investiti 2,5 mln di euro per generare un’offerta culturale di prossimità, occasioni di scoperta del patrimonio culturale locale, del paesaggio e, in generale, del territorio o il Bando “Neetwork”, che vede anch’esso 2,5 mln di euro di investimenti per aumentare la capacità di intercettazione, di accompagnamento e di attivazione di neet fragili, dai 18 ai 29 anni, disoccupati da almeno 3 mesi, mediante inserimento nel mercato del lavoro o, dove possibile, la ripresa degli studi.
Allargare i confini
La terza linea di mandato è quella di allargare i confini. Tra le attività Fondazione per questa terza direttrice strategica vi è la collaborazione attiva con Fondazione Telethon, attraverso il bando “Malattie rare con Telethon”, per cui sono stati stanziati 2,7 mln euro per esplorare il genoma umano nella sua interezza al fine di creare volumi di dati sempre maggiori, che rendano più robusti ed efficaci gli approcci sperimentali, col fine ultimo di velocizzare le risposte della ricerca.
Le condizioni abilitanti
Con la quarta linea di mandato, la conoscenza diventa presupposto per valutare i fenomeni e prendere decisioni, in quanto, continua Urbani: «Riguarda la creazione delle condizioni abilitanti, quindi non è finalizzata a un progetto specifico ma al rafforzamento della capacità della comunità di fare ricerca attraverso i centri universitari, aziendali o delle organizzazioni del Terzo settore, che sono i soggetti che realizzano i progetti che noi sosteniamo, aiutandoli a maturare competenze in campo digitale e sviluppando la loro capacità di collocarsi in processi di trasformazione resi necessari dallo scenario dovuto al cambiamento dei tempi».
Cultura strumento di crescita
Per quanto riguarda il bando “Per la Cultura”, per il quale sono stati stanziati 3 milioni di euro per rimotivare i cittadini la cui propensione alla partecipazione alle attività artistico-culturali sia diminuita, per parziale perdita di abitudine o per il peggioramento delle condizioni socio-economiche, ingaggiandoli e coinvolgendoli attivamente in iniziative culturali particolarmente innovative, la vicepresidente Claudia Sorlini ha sottolineano: «La cultura è uno strumento fondamentale per far crescere le persone, in quanto non si tratta solo di crescita individuale, ma anche collettiva ed economica, perché crea posti di lavoro».
E ha aggiunto: «Penso che la cultura sia uno strumento fondamentale per poter cambiare la società, è una sorta di “passaporto” per far crescere i giovani. In tale contesto ci sono obiettivi ben definiti, soprattutto ci sono gli indicatori di performance che per la prima volta sono stati applicati in tutti i bandi, che si traduce in misurabilità. Ci siamo dati un obiettivo numerico importante, quello di coinvolgere per il prossimo anno almeno 50mila persone che hanno perso o non hanno mai avuto il contatto con la cultura, soprattutto dopo la pandemia».
Il contrasto alla povertà alimentare
La vicepresidente Valeria Negrini sul tema della lotta alla disuguaglianza e alla povertà ha ricordato che «il focus di Fondazione Cariplo su questo tema sarà da un lato insistere ancora su quali siano le cause profonde di queste disuguaglianze e quali siano le soluzioni attivate dal territorio, dall’altro sostenere, come sempre, politiche precise nel contrasto alla povertà alimentare: ne è un esempio il programma Qu.Bì – quanto basta per migliorare la condizione socioeconomica delle famiglie povere o a rischio di povertà con minori nella città di Milano che proseguirà anche in altri territori di regione Lombardia».
In apertura il presidente Giovanni Azzone (a dx) con Andrea Cabrini che ha condotto il talk
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