Famiglia

La mia economia fatta di “tu”

Il leader di Cgm non ama fermarsi alle fredde cifre (che pure gli danno ragione). Per lui il vero profitto è creare legami sociali. E aprirsi verso gli altri

di Giuseppe Frangi

Difficile definire Johnny Dotti. Credi di parlare con il numero uno di un?organizzazione che raduna 75 consorzi, cioè 1.300 cooperative sociali, cioè 35mila persone coinvolte a livello lavorativo (di cui 20mila soci, 3.400 svantaggiati e 5.500 volontari), e invece ti trovi davanti un pensatore. Ipotizzi che ti snoccioli cifre, fatturati (a proposito, il fatturato aggregato di Cgm nel 2002 ha sfiorato il miliardo di euro), tendenze di mercato e invece ti fa analisi sociali e ti snocciola citazioni di filosofi e poeti.
Chi è dunque Johnny Dotti? Sicuramente un leader che vive con passione il suo compito: quello di guidare una delle realtà sociali più interessanti, più innovative e meno esplorate del nostro Paese. Un agglomerato crescente di imprese, che come minimo comun denominatore hanno quello di credere che produrre benessere sociale in maniera equanime sia il migliore dei profitti possibili. Con Dotti è difficile parlare di fatturati, di percentuali di mercato, persino di occupazione. Le sue categorie imprenditoriali s?appoggiano su altri cardini: comunità, inclusione, aggregazione. Non che disdegni i numeri. Ma i numeri fuori da quelle categorie, per lui sono astrazioni pericolose.
A Johnny Dotti piace agire. Ma di un?azione pensata. Così, secondo una consolidata e felice abitudine di Cgm, ha radunato mille quadri dell?organizzazione per una tre giorni di approfondimento e di vita comune. Ha dato a tutti appuntamento a Monopoli per ragionare, ad esempio, su che cosa voglia dire oggi fare impresa sociale. E come risponde Dotti a questa domanda fondamentale? Per Vita ecco quale spunto in anteprima.
«Fare impresa sociale non significa applicare un po? di tecnologia economicista nel settore dei servizi sociali, anche se non si devono mai dimenticare bilanci e buona gestione». E allora che cos?è impresa sociale? «Significa non sottrarre la bellezza all?economia; cioè far sì che l?economia non sottragga la bellezza alla realtà, perché economia e bellezza possono vivere insieme in pace. Si rende necessaria una contaminazione reciproca». Ma in che senso economia e bellezza sono in relazione così stringente? «Perché fare economia solidale significa non rinunciare alla bellezza misteriosa presente nella realtà: è bello anche uno sguardo, un sorriso, il dispiegarsi di vite sane e solidali». Ma in termini più imprenditoriali come definirebbe l?impresa sociale? «Un?impresa che crea valore sociale, economico, capitalizzando in una comunità economia e socialità». Un?impresa in cui valga più il noi dell?io? «Direi di più. Un?impresa in cui tutti i pronomi personali abbiano valorizzazione adeguata. Non dimentichiamo il tu e il voi: c?è bisogno di continuare a fare dell?apertura verso gli altri un costante esercizio, non solo di valore ma anche di interesse. Nel senso che è nostro interesse essere un sistema aperto». Interesse: non è una parola dal doppio valore? «Sì. Ma per me il significato di convenienza va di pari passo con il significato di inter-essere. Cioè di essere rete, di non essere mai autoreferenziali».
Ma l?impresa sociale è destinata ad essere un?esperienza di nicchia? «Impossibile. Sarebbe una negazione di se stessa, anche se capisco che la tentazione davanti alle difficoltà del contesto sia quella di puntare a un consolidamento. Ma ricordo quel che scrisse Raimon Panikkar: dobbiamo intendere l?istituzione non come un rifugio che ci protegge, ma come uno stimolo per suscitare, far crescere e nutrire l?esperienza. Siccome l?esperienza s?incarna negli uomini che sono un continuo ?farsi?, anche l?istituzione deve adattarsi».

bipartisan

Si svolge in questi giorni (da venerdì 5 a domenica 7 giugno) a Monopoli la convention Cgm su L?impresa sociale cambia le regole del gioco. Alla manifestazione è prevista la presenza di Pier Luigi Bersani, responsabile economia dei Ds, e di Raffaele Fitto, governatore della Puglia.

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