Copregettazione
Ricostruzione Marche, il polo d’infanzia è un caso di scuola
Nella ricostruzione post terremoto 2016, si sperimentano nuove forme di co-progettazione tra Pubblica amministrazione e Terzo settore. L'esempio della Fondazione Andrea Bocelli. Parla il Commissario Guido Castelli: «Un progettualità condivisa, nata da una collaborazione inedita tra pubblico e privato»
di Alessio Nisi
È il quinto intervento nelle zone delle Marche colpite dal sisma 2016 ed è il frutto di una stretta collaborazione tra pubblico e privato. Frutto di una comunità di intenti che sin da subito si è instaurata con il Comune di Macerata. Al punto che il progetto rappresenterà una vera e propria rigenerazione per il comune di Sforzacosta e un nuovo punto di riferimento per tutta la comunità. In questo quadro è stata inaugurato il Polo per l’Infanzia Zerosei, il primo dei due lotti dell’Abf hub educativo 0-11 di Sforzacosta, un progetto ideato e promosso dalla Andrea Bocelli Foundation in collaborazione con il Comune di Macerata. Aperta alla comunità, la nuova struttura che ospiterà asilo nido e scuola dell’infanzia: si tratta del primo step dell’intervento di ricostruzione e riqualificazione urbana volto a realizzare un vero e proprio centro di incontro creativo e culturale per l’intera comunità.
Ricostruire innovando
Per il Commissario alla Riparazione e alla Ricostruzione sisma 2016, Guido Castelli, «questo hub realizza appieno il principio del ricostruire innovando, o innovare ricostruendo, che stiamo adottando nell’Appennino centrale. Oggi vediamo i frutti di un approccio pedagogico che, nella progettazione degli spazi, ha accompagnato lo sviluppo ingegneristico e architettonico». Il risultato è uno luogo nel quale coesistono in modo armonico formazione, innovazione, partecipazione e sostenibilità. Quello di Sforzacosta, ha aggiunto, «è un esempio davvero mirabile di quella riparazione sociale che, come Struttura commissariale, stiamo applicando nell’Appennino centrale all’interno di una più ampia strategia di rilancio e sviluppo delle nostre comunità. La solidarietà è il primo collante sociale e pone per la basi per la ripartenza». Un esempio che si inquadra in una strategia più ampia.
I numeri
Il Polo per l’Infanzia, costruito in 150 giorni di cantiere, si estende per una superficie di 600mq e da gennaio 2024 accoglierà circa 70 bambini e bambine grazie a 2 sezioni della Scuola dell’Infanzia e una sezione del Nido d’infanzia. All’interno, accanto alle sezioni, tecnici e pedagogisti del Team Multidisciplinare Abf hanno progettato aule specializzate e ambienti laboratoriali come quello destinato all’accoglienza che funge non solo da spazio comunicativo tra famiglie, insegnanti e educatrici, bambine e bambini, ma anche da laboratorio musicale, grazie al pianoforte situato al centro della stanza ed un’ampia libreria in cui è ordinato lo strumentario.
Un progetto della comunità del sisma
Un progetto, sottolinea Castelli, «un ibrido», così lo ha definito, frutto dell’impegno «delle istituzioni, della fondazione Bocelli, dei donatori, filantropi e delle famiglie di coloro i quali poi andranno a usufruire di questo hub educativo». C’è dentro insomma «tutta la comunità del sisma».
Questo progetto di partenariato nasce da una sperimentazione che riposa sull’esercizio dei poteri derogatori che spettano al commissario straordinario
Guido Castelli – Commissario alla Riparazione e alla Ricostruzione sisma 2016
Progettualità condivisa. Castelli sottolinea del progetto poi la «progettualità condivisa, nata da una collaborazione inedita tra pubblico e privato». Dove la condivisione è il «presupposto per la collaborazione tra il pubblico e il Terzo settore».
C’era una scuola primaria da ricostruire
Il progetto del Polo per l’Infanzia Zerosei è nato così. «C’era una scuola dell’infanzia da ricostruire. Noi siamo andati e abbiamo condiviso il progetto con la fondazione. Abbiamo acquisito un terreno con fondi della fondazione e di filantropi abbiamo fatto la scuola. Rispetto all’edificio lesionato abbiamo fatto un nuovo plesso che è 06 su una superficie pubblica, su cui poi l’edificazione pè stata realizzata con fondi privati e poi abbiamo aggiornato la scuola primaria lesionata., mettendo a pian terreno la squadra primaria e al secondo piano uno spazio di condivisione, laboratorio, di interrelazione fra le famiglie e i bambini e anche la popolazione della frazione. Abbiamo presentato l’asilo Zerosei, fra poche settimane presenteremo l’altro grande elemento di questo grande progetto che è la scuola primaria che ha anche un hub educativo». In sintesi avremo due plessi, «uno costruito con i fondi della fondazione, l’altro con i fondi pubblici, ma che condividono lo stesso progetto educativo».
La ricostruzione? È come un laboratorio. Non solo ripariamo le case (esigenza primaria) ma prefiguriamo forme di collaborazione che se funzionano possono essere messe a fattor comune, a disposizione della comunità e dell’ordinamento
Guido Castelli
Coprogettare per innovare
Ma come si mettono in moto queste energie? «Qui entriamo nel campo dell’innovazione sociale pura», spiega Castelli. «Con la fondazione Bocelli ci confrontiamo da anni sui temi del terremoto e con loro abbiamo sviluppato più forme di relazione e collaborazione fra Terzo settore e istituzioni». La materna Zerosei è stata realizzata su «superficie pubblica edificio realizzato con le risorse private del Terzo settore. La scuola primaria accede allo stesso principio però ci sono le risorse anche della struttura commissariale, perché era una scuola lesionata».
Competenze di progettazione
In altre parti, a San Ginesio in particolare, partiranno i lavori per la realizzazione del nuovo Istituto Professionale Frau» in un altra forma di partenariato «che vede le risorse pubbliche messe in campo dalla struttura commissariale con progettazione e direzione dei lavori della fondazione Bocelli: quindi parliamo di un rapporto in cui l’arricchimento che al progetto viene dato dal Terzo settore si concretizza nelle competenze di cui ci consente di avvalerci in termini di progettazione e in termini di direzione dei lavori» Nel caso dell’Ipsia Frau, si è dato spazio «a chi aveva già dimostrato, con fondi proprio e per effetto delle proprie liberalità, di saper costruire ambienti che rispondono a un disegno educativo e pedagogico». L’obiettivo? La realizzazione «di scuole di eccellenza».
L’eccellenza per non abbandonare i territori
E nel cosiddetto “cratere” ce n’è un grande bisogno. «Con la crisi demografica», spiega Castelli, «dobbiamo fare in modo che i genitori abbiano dei validi motivi per restare».
Il Codice degli appalti
Ma in che modo è stato possibile portare a terra questo partenariato? Spiega Castelli: «Con un’ordinanza speciale, nell’esercizio dei poteri derogatori che sono affidati al commissario straordinario, abbiamo creato la possibilità che risorse pubbliche (quelle della della struttura commissariale) potessero essere utilizzate per un’opera in cui la parte della progettazione e la parte della direzione dei lavori potesse essere affidata al Terzo settore in maniera diretta». Per affidare l’esecuzione dei lavori «chiaramente si farà una gara». Castelli sintetizza: «Innoviamo ricostruendo, anche dal punto di vista dell’ingegneria normativa».
Amministrazioni pubbliche impoverite
Una scelta che punta sulle competenze. «Al sistema pubblico», spiega, «servono soprattutto le competenze. È in questo deficit di competenze che deriva il fatto che amministrazioni pubbliche sono impoverite di professionalità». Una ricerca che va nella direzione dell’apporto liberale e filantropico. «Il Terzo settore dona non solo soldi ma competenze». C’è un altro elemento che consolida questa scelta. «Fra 10 anni perderemo il 25% della nostra forza lavoro pubblica. Questo vuol dire che anche le funzioni pubbliche dovranno essere ripensate, dando spazio anche a nuove forme di collaborazione».
In apertura e nel testo foto dell’inaugurazione del Polo per l’Infanzia Sforzacosta, a cura di Giacomo Moresi
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