Welfare

Birmania: inviato Onu non riparte, vuole vedere Suu Kyi

IL diplomatico malese ha cambiato idea e rinviato la partenza programmata

di Gabriella Meroni

Ha cambiato idea e non ripartira’ anzitempo Razali Ismail, il diplomatico malese inviato dalle Nazioni Unite in Myanmar, l’ex Birmania, per perorare la causa di Aung San Suu Kyi: la leader dell’opposizione democratica alla giunta militare al potere nonche’ premio Nobel per la Pace ’91, arrestata il 30 maggio nel nord del Paese asiatico insieme a numerosi collaboratori; ne’ di lei ne’ degli altri si e’ piu’ saputo nulla, in particolare dove siano detenuti. Razali contava di visitarla, ma il rifiuto oppostogli dal regime lo aveva indotto a troncare la propria missione entro oggi. Invece, dopo un incontro con il capo dell’Esercito, si e’ detto piu’ ottimista e non ha escluso di poter finalmente avere un colloquio con Suu Kyi. “Sono incoraggiatodal mio incontro di oggi con il vice generale anziano Maung Aye, alla presednza del primo segretario”, ha dichiarato l’emissario dell’Onu, alludendo al numero uno dei servizi segreti militari birmani, generale Khin Nyunt. Spero che mi sara’ possibile conseguire uno o due dei miei obiettivi”. Razali intendeva riferirsi appunto all’autorizzazione a vedere la leader della Lega Nazionale per la Democrazia, e a un’occasione per poter premere sulle autorita’ affinche’ sia liberata.


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