Mondo

Un turismo preventivo

Dopo l’ attentato di rabat, non evitate il bellissimo paese africano. È il consiglio di una ong che lì ha lanciato un progetto solidal-turistico. Tutto da vedere

di Benedetta Verrini

Nessuna disdetta. Anzi, un paio di nuove iscrizioni subito dopo gli attentati di Casablanca: dall?ufficio di Cta-Volontari per lo sviluppo, che propone itinerari da sogno tra le città imperiali e il deserto dei Tuareg, confermano che le proposte di viaggio in Marocco non subiranno variazioni. Non per essere controcorrente a tutti i costi. Piuttosto, perché «conoscersi, promuovere la solidarietà tra culture e dare prospettive di sviluppo al popolo marocchino è l?unica strada possibile per combattere il terrorismo. La repressione e l?isolamento, invece, non fanno che aumentare la tensione», spiega Damiano Rizzi, di Soleterre-Strategie di Pace (www.soleterre.it), l?associazione che, in collaborazione con Cta, guida alla scoperta dei progetti di cooperazione nell?ambito dell?itinerario di viaggio. Un «Marocco Grand Tour che, in due settimane, si propone di offrire un tuffo in un universo dai mille volti: quello fastoso delle città imperiali, quello enigmatico dei mercati di Marrakesh, quello affascinante del deserto del Sahara. E anche quello povero dei paesi rurali» prosegue Rizzi. «Perché il Marocco è anche questo: un Paese da cui è arrivata la prima generazione di immigrati extracomunitari al punto che per noi, in Italia, tutti gli stranieri sono diventati ?marocchini?». La regione dove Soleterre interviene, tra Casablanca e Marrakesh, si chiama Beni Meskine, cioè ?del popolo povero?. Di lì, dove la desertificazione ha messo in ginocchio un?intera comunità, 90 persone ogni giorno scappano verso l?Europa. Eppure, qualcosa nell?aria sta cambiando. Dal 2002, grazie a un progetto dell?ong Cefa, un gruppo di donne ha messo in piedi l?atelier Rahfaz, un laboratorio artigianale di tessitura di splendide coperte di lana. «I gruppi in viaggio con noi potranno cimentarsi in uno stage di tessitura», spiega Rizzi, «e tra visite al villaggio e cene strepitose a lume di candela e musica tradizionale, avranno l?opportunità di conoscere queste donne coraggiose e indipendenti, che hanno accettato la sfida culturale di lavorare e amministrare le risorse della loro famiglia». Soleterre si è impegnata enormemente per garantire la sostenibilità del progetto (con un accordo di commercializzazione, in Italia, con le botteghe l?Altromercato Cooperativa Chico Mendes di Milano) e ora l?atelier Rahfaz è gestito da un?associazione locale chiamata Arde-Chems (Terra del Sole), che presto diventerà una cooperativa. «Dopo gli attentati ci siamo confrontati a lungo con gli operatori locali impegnati nei progetti», prosegue Rizzi. «La risposta che ci siamo dati è che oggi più che mai bisogna andare avanti. L?estremismo si radica solo dove la povertà schiaccia ogni forma di giustizia e prospettiva di sopravvivenza». L?invito, dunque, è di accettare una sfida: «Avvicinarsi a questo mondo dai colori violenti e dalle prospettive sconfinate, senza gli stereotipi e le ingessature del turista occidentale». La proposta di viaggio offre un tuffo nel Marocco più vero, alternando visite nei luoghi più celebri, ma anche più turistici, a fughe lontano dalle rotte battute. Itinerari, date e costi: tel. 011. 4379468 www.viaggisolidali.it


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