Cultura

Statistiche e numeri contro i pregiudizi

Editoriale di R.Bonacina sui pregiudizi

di Riccardo Bonacina

Il dossier statistico sull?immigrazione curato dalla Caritas diocesana di Roma era stato voluto fortissimamente da Monsignor Luigi Di Liegro che amava ripetere: «Contro le paure e i pregiudizi, a volte, bastano pochi numeri». Noi giornalisti al dossier statistico della Caritas eravamo e siamo particolarmente legati, perché da quel dossier potevamo avere alcune risposte, alcuni dati che le burocrazie ministeriali da sempre negano in questo Paese. Franco Pittau, coordinatore della ricerca, ha continuato il lavoro iniziato con Di Liegro e qualche giorno fa ha presentato un?anticipazione dell?edizione ?98 del dossier proprio nelle ore in cui veniva definitivamente approvata la nuova legge sull?immigrazione, dopo otto anni di dispute, discussioni e battaglie parlamentari. Una legge che ha l?indubbio merito di provare a dare delle coordinate non improntate all?emergenza alla politica migratoria di questo Paese. Una legge, però, la cui razionalità si giocherà tutta nei regolamenti d?attuazione poiché la burocrazia amministrativa riesce a svuotare qualsiasi norma, a rendere inapplicabile qualsiasi legge, a vanificare qualsiasi buona intenzione. Il dossier statistico, intanto, con la fotografia a fine dicembre 1997 riesce a raffreddare qualche irrazionalità e a chiarire qualche equivoco. Intanto che i clandestini rappresentano una quota nettamente al di sotto del 20% del totale degli immigrati: 248 mila stranieri clandestini su 1.241.000 regolari, un clandestino ogni cinque regolari nel ?97. Malgrado si sia spesso e a sproposito parlato di invasione di clandestini, nel ?96 la quota di irregolari era nettamente superiore e il rapporto era di uno a quattro. In due anni le posizioni regolari sono aumentate di 250.000. Degli stranieri regolarmente in Italia vale la pena sottolineare che oltre il 32% proviene dall?Unione europea e dai Paesi avanzati, in particolare dagli Stati Uniti. In pieno boom nel ?97 l?immigrazione dai Paesi dell?Europa orientale, una quota del 23,5% dell?intero flusso migratorio. Un secondo equivoco il dossier (cui dedicheremo più spazio nel prossimo numero) aiuta a chiarire: quello dello straniero disoccupato ed evasore. Basti dire che oltre 720 mila vantano un regolare contratto di lavoro dipendente e che il lavoro degli immigrati produce un gettito contributivo di qualche migliaio di miliardi.


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