Non profit

Ciò che ho capito del volontariato

Un lettore chiede un confronto sul senso dell’impegno

di Redazione

Da circa due anni opero nel volontariato quale coordinatore provinciale di un?Associazione nazionale.
L?esperienza si rivela molto interessante; sono convinto che il volontariato sarà molto utile alla società se costantemente motivato e guidato tenendo presenti alcuni aspetti che ritengo fondamentali.
Innazitutto l?opportunità di soddisfare le diverse esigenze dei componenti i gruppi di volontariato che normalmente si possono suddividere nelle seguenti categorie:
a) giovani che vogliono adottare uno stile di vita diverso rispetto alla maggior parte dei coetanei
b) persone di mezza età, con pochi impegni lavorativi e familiari, che vogliono mettere a disposizione le proprie capacità ai più deboli
c) addetti ai lavori e/o esperti in particolari settori dell?istruzione, dell?assistenza, ecc…
d) fruitori dei servizi che il gruppo di volontariato cui appartengono produce.
In secondo luogo l?adozione di norme reciproche non solo tra i volontari ma anche tra le organizzazioni centrali e quelle periferiche di una medesima associazione. A questo proposito ritengo di poter affermare che non si possono pretendere, all?interno di ogni associazione, prestazioni qualitativamente e quantitativamente diverse da quelle che si possono dare.
Fondamentale è la necessità di tenere in continua evidenza gli obiettivi fissati nell?atto costitutivo, le norme previste dallo statuto, dal regolamento e dalle delibere successivamente adottate: la conseguente periodica e puntuale formulazione dei programmi e la verifica della realizzazione dei medesimi.
Irrinunciabile l?esigenza di adottare la massima trasparenza a ogni livello, all?interno e all?esterno delle associazioni di volontariato, in relazione a tutti i movimenti contabili sia per le entrate (quote associative, donazioni in denaro e in natura, cessione di beni, realizzo di proventi a mezzo versamenti su c/c bancari o postali, ecc…) che per le uscite (compensi, consulenze, rimborsi spese, stipendi, ecc…) sia per i movimenti contabili derivanti da eventuali rapporti con altri enti collegati alle associazioni nonché i bilanci dei suddetti enti collegati.
Faticosa ma preziosissima è la ricerca costante di una critica costruttiva all?interno di ogni associazione e tra associazioni, mettendo al bando i problemi personali nei rapporti tra i volontari e gli interessi settoriali tra le associazioni che operano in campi diversi.
Queste sono le regole che, secondo me, possono garantire, a un?associazione volontaristica, il rispetto dei cittadini e delle istituzioni, senza dimenticare che il massimo del rispetto e della riconoscenza va a quei volontari che, inquadrati in associazione oppure in forma del tutto autonoma, prestano la loro opera personalmente e senza alcuna propaganda, a favore delle persone più bisognose (malati terminali, handicappati, ecc..) spesso in situazioni di grandissimo disagio.
Spero che attraverso il vostro settimanale si possa sviluppare un confronto su questi argomenti. Grazie.
G.M. B., Udine

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