Giornata dell'infanzia

Ascolto e partecipazione, a Rozzano nelle scuole entra l’artvocacy

Da due anni a Rozzano gli operatori dell’associazione ForMAttArt e i portavoce dell’associazione Advocacy entrano nelle scuole del comune per realizzare percorsi partecipativi con i ragazzi. Lo strumento? L'arte (e i portavoce)

di Sara De Carli

«Se inseriamo il dialogo tra studenti e ragazzi, incidiamo così tanto sulla vita scolastica che sarebbe come fare una riforma della scuola»: lo ha detto un ragazzo di 17 anni, in un hackathon recente che ha coinvolto dei ragazzi per aiutare gli adulti a immaginare progetti per loro e per il loro benessere. L’hackathon era organizzato da Fondazione Vita e Salute e l’aneddoto lo racconta Paola Turroni, presidente dell’associazione Advocacy voce e tutela dell’infanzia, che sottolinea l’importanza di ripartire dalle relazioni che i ragazzi vivono a scuola per riscoprire l’esperienza della partecipazione.

«I bambini e gli adolescenti hanno il diritto di esprimere liberamente la propria opinione su tutte le questioni che li riguardano e devono essere ascoltati dagli adulti quando questi prendono decisioni su di loro»: così recita l’articolo 12 della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata nel 1989. Dopo oltre trent’anni quel diritto è largamente inattuato, benché oggi cominci ad esserci una rinnovata consapevolezza attorno all’urgente necessità di garantire ai più piccoli un ascolto autentico e una partecipazione reale, non una tantum né formale. Il Comitato sui diritti dell’infanzia sollecita costantemente gli Stati al rispetto dell’articolo 12 e sottolinea che «far sembrare che i bambini vengano ascoltati rappresenta solo relativamente una sfida; dare la dovuta considerazione alle loro opinioni richiede un cambiamento concreto. Ascoltare i bambini non dovrebbe essere considerato come un obiettivo di per sé, ma piuttosto come un mezzo attraverso il quale gli Stati rendono sempre più sensibili all’attuazione dei diritti dell’infanzia le loro interazioni con i bambini, e le loro azioni nell’interesse dei bambini. (…) L’articolo 12 richiede un’organizzazione pertinente e costante. Il coinvolgimento e la consultazione con i bambini deve evitare anche di essere una concessione puramente formale e deve mirare ad accertare le opinioni rappresentative».

All’interno del progetto “Un futuro in Comune” – realizzato nell’ambito del progetto regionale finanziato dal ministero di Giustizia – Dipartimento per gli affari di Giustizia – che ha per capofila il Comune di Rozzano, gli operatori dell’associazione ForMAttArt e i portavoce dell’associazione Advocacy voce e tutela dell’infanzia entrano nelle scuole del comune per sostenere i bambini e le bambine e i ragazzi e le ragazze, affinché possano prender voce su tematiche che li riguardano. Lo fanno con una metodologia che vede i linguaggi artistici come motore del processo di advocacy: l’Artvocacy, uno strumento a disposizione della scuola, per dare voce ai ragazzi e alle ragazze che saranno coinvolti nei laboratori artistici tenuti da arteducatori.

L’Artvocacy nasce dalla fusione della parola arte con advocacy, ad indicare il potere trasformativo dell’arte dei suoi differenti linguaggi capaci di dare voce ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e di rendere manifesto, agli occhi del mondo adulto, l’importanza di prestare ascolto e prendere in carico le istanze delle fasce più giovani della popolazione. Ad oggi, sono più di 800 ragazzi e ragazze di Rozzano coinvolti nei percorsi di Artvocacy, volti a favorire e promuovere il ruolo di “agenti del cambiamento” di bambini e ragazzi.

«Perché nella scuola? Mi vien da rispondere con frase shock: perché sulla carta la scuola italiana è uno spazio altissimo di democrazia e di partecipazione, ma nella realtà, nel tempo, è diventata un luogo di oppressione. Anche dove ci sono spazi di diritti già acquisiti, bambini e ragazzi non hanno lo spazio di esercitarli, a volte nemmeno formalmente. In alcune scuole non ci sono neanche più i rappresentanti di classe… I bambini e i ragazzi spesso sono stupefatti del fatto che il diritto di partecipazione sulla carta esiste già, non deve essere conquistalo. C’è ma va riscoperto. Anche perché davvero nel nostro lavoro ci accorgiamo sempre di più che bambine e bambini, ragazze e ragazzi hanno punti di vista che migliorerebbero la qualità della vita scolastica loro e degli insegnanti».

I laboratori di ARTvocacy partono dagli spunti offerti da autori contemporanei: il Minotauro di Durrenmatt, la Bambina di vetro di Beatrice Alemagna, l’Omino di niente di Gianni Rodari, la Storia di un corpo di Daniel Pennac. Per garantire l’applicazione dell’art. 12 da due anni anche i portavoce dell’associazione Advocacy voce e tutela dell’infanzia lavorano con i bambini e i ragazzi per sostenerli nel loro dialogo con gli adulti di riferimento, affinché la scuola sia autenticamente un luogo di democrazia e di rappresentanza. Nel 2023  in risposta alle richieste degli e delle adolescenti delle scuole coinvolte nel progetto, è nato lo Spaziofono, uno spazio partecipato alla cui ideazione e realizzazione hanno contribuito i ragazzi e le ragazze. Oggi, lo Spaziofono – ubicato nei due istituti scolastici coinvolti nel progetto – è un luogo di incontro per i ragazzi e le ragazze, dove si svolgono le azioni dei percorsi di Artvocacy.

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