Cultura
Terrorismo: a Guantanamo si prepara il braccio della morte
I comandanti della base sono impegnati nella progettazione delle nuove strutture
Gli americani si preparano a creare bracci della morte nella loro base di Guantanamo, l’isola caraibica diventata la prigione internazionale dei sospetti terroristi dell’ amministrazione Bush.
In questi giorni il Pentagono sta mettendo a punto le regole di funzionamento dei tribunali militari per i terroristi, e tra i lavori in corso c’è anche la creazione delle strutture e dei regolamenti necessari per gestire uno dei più probabili epiloghi dei processi: la condanna a morte. Il presidente George W. Bush non ha ancora scelto alcun prigioniero da mandare di fronte ai tribunali militari, ma i “candidati” sono molti e l’annuncio dell’entrata in funzione del nuovo strumento giudiziario potrebbe essere vicino.
A Guantanamo, che sembra destinata a diventare una prigione permanente in suolo cubano, i comandanti locali sono impegnati nella progettazione delle strutture. Il generale Geoffrey Miller, responsabile del centro di detenzione, battezzato Camp Delta, si è lasciato sfuggire con la stampa britannica che è in corso la messa a punto di un braccio della morte e di una camera per le esecuzioni. I portavoce del Pentagono non hanno smentito le parole del generale, ma hanno cercato di ridimensionarle.
La prigione di Guantanamo ospita attualmente 680 detenuti di almeno 40 diverse nazionalità ed è stata al centro di varie accuse da parte delle organizzazioni per la difesa dei diritti umani. Ai detenuti non è stato concesso lo status di “prigionieri di guerra”, che aprirebbe loro la strada al riconoscimento dei diritti previsti dalla Convenzione di Ginevra. I prigionieri inoltre, trovandosi a Cuba, non godono dei diritti alla difesa previsti sul suolo degli Usa. Il Pentagono non sembra intenzionato a rallentare i progetti per Guantanamo alla luce delle proteste internazionali e dei 27 tentati suicidi che si sono fino ad ora verificati nella base. E non sembra creare particolari conseguenze all’interno dell’ amministrazione Bush neppure il rapporto presentato ieri dall’ ispettore generale del ministero della Giustizia, che ha evidenziato irregolarita’ e ingiustizie nella gestione degli arresti e nell’iter giudiziario per moltissimi detenuti arabi incappati nelle retate seguite all’11 settembre.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.