Legge di bilancio 2024

Non autosufficienti non anziani, così sono spariti dal fondo

Finora e per tutto il 2024 gli interventi in favore delle persone non autosufficienti ma non anziane sono stati garantiti dal Fondo Non Autosufficienze. Con la nuova legge delega però esso verrà riassorbito in un nuovo fondo, dedicato specificamente agli anziani non autosufficienti. E i disabili non anziani? La Fish chiede l'istituzione di un fondo ad hoc con una dotazione di 850 mln di euro

di Sara De Carli

Locatelli Remo Casilli:Sintesi
Italy, Rome, December 13, 2022 : Alessandra Locatelli, new Minister for Disability, listens the President of the Council, in the Chamber of Parliament, in view of the meeting of the next European Council.

C’è un nuovo nodo critico che si prospetta per le persone con disabilità: con la legge delega sulla riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti: l’attuale Fondo per le non autosufficienze (FNA), che ha una copertura di 913 milioni di euro (già in riparto alle Regioni per le annualità 2022-2024) e che oggi copre tutti gli interventi per le persone non autosufficienti, verrà assorbito a seguito dell’approvazione delle Legge Delega 33/2023 dal fondo dedicato ai soli anziani non autosufficienti: «Che succederà dopo il 2024? Non si ravvisa nella legge di bilancio nessun altro fondo sostitutivo che andrà a garantire gli interventi a favore delle persone con disabilità non autosufficienti e non anziane, che sono stati in precedenza garantiti con questo fondo. Questo molto preoccupa le tante persone con disabilità non autosufficienti che non potranno, a causa dell’età, non avere accesso a servizi e prestazioni prima garantite dal fondo», annota Vincenzo Falabella, presidente della Federazione italiana superamento handicap-Fish.

Per questo la Federazione – audita venerdì 10 novembre dalle Commissioni Riunite V (Programmazione Economica e Bilancio) del Senato e della Camera dei deputati – ha chiesto l’istituzione di un Fondo per le persone con disabilità non autosufficienti con una dotazione di 850 milioni di euro a decorrere dall’anno 2024.

L’analisi della legge di bilancio dal punto di vista delle persone con disabilità

Esaminato l’atto Senato 926, la Fish «esprime alcune preoccupazioni circa la mancanza di previsioni economiche che limiterebbero di gran lunga l’esigibilità dei diritti da parte delle persone con disabilità e delle loro famiglie». La Fish ha ricordato come negli ultimi quindici anni le famiglie in povertà assoluta siano notevolmente aumentate e come nel nostro Paese circa un quinto delle famiglie che hanno un componente con disabilità risulta deprivato, con molte persone emarginate e alcune segregate (in totale sono 2,8 milioni i nuclei con un componete con disabilità, poco più del 10% delle famiglie italiane). «Servono politiche mirate all’eliminazione delle diseguaglianze sociali ed economiche che colpiscono le persone con disabilità e le loro famiglie, tanto più gravi considerata la disuguaglianza tra le diverse aree geografiche del Paese. È ormai matura la convinzione che non si possa solo più fornire singoli servizi di assistenza o sostegni, ma che a questi debbano concatenarsi anche interventi per rendere attiva la partecipazione delle persone con disabilità ai contesti di vita di tutti, fornendo supporti alla stessa persona, ma anche intervenendo sui contesti, attraverso quindi una presa in carico unitaria, che permetta di costruire un progetto di vita», ha detto il presidente Vincenzo Falabella.

È ormai matura la convinzione che non si possa solo più fornire singoli servizi di assistenza o sostegni, ma che a questi debbano concatenarsi anche interventi per rendere attiva la partecipazione delle persone con disabilità ai contesti di vita di tutti

Vincenzo Falabella, presidente Fish

Le proposte di emendamento alla legge di bilancio della Fish vanno nella direzione di considerare la legge di bilancio 2024 come «l’occasione per avviare un “Piano di legislatura” che attui progressivamente la riforma sulla “non autosufficienza” andando a ridefinire le risorse necessarie ed i principali ambiti dell’intervento, quali assistenza domiciliare, servizi residenziali e trasferimenti monetari. Per farlo è necessario prevedere uno stanziamento di un 1 miliardo e 306 milioni di euro nel 2024, suddivisi in 835 milioni per la sanità e 471 milioni per il sociale».

Non autosufficienza

Rispetto alla non autosufficienza, Fish ritiene condivisibile l’idea di separare la situazione delle persone con disabilità pregressa che entrano nell’età anziana da quelle che diventano non autosufficienti a causa dell’età, dopo aver vissuto una propria vita “normale” e avendo bisogno di sostegni solo parte finale della stessa. Ciò però a condizione che sia per l’una che per l’altra categoria sia infrastrutturato un virtuoso percorso presa in carico. L’attuale Fondo FNA, che ha una copertura di 913 mln (già in riparto alle Regioni per le annualità 2022-2024) verrà meno a seguito dell’approvazione delle Legge Delega 33/2023: «Che succederà dopo il 2024? Non si ravvisa nella legge di bilancio nessun altro fondo sostitutivo che andrà a garantire gli interventi a favore delle persone con disabilità non autosufficienti e non anziane, che sono stati in precedenza garantiti con questo fondo. Questo molto preoccupa le tante persone con disabilità non autosufficienti che non potranno, a causa dell’età, non avere accesso a servizi e prestazioni prima garantite dal fondo», annota Falabella. Per questo la Fish chiede che dopo l’articolo 40, sia inserito un articolo che istituisca presso il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali il “Fondo per le persone con disabilità non autosufficienti” con una dotazione di 850 milioni di euro a decorrere dall’anno 2024 volto a garantire, su tutto il territorio nazionale, l’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali con riguardo alle persone con disabilità senza preclusioni per tipologie di disabilità o intensità dei sostegni.

Non si ravvisa nella legge di bilancio nessun altro fondo sostitutivo che andrà a garantire gli interventi a favore delle persone con disabilità non autosufficienti e non anziane, che sono stati in precedenza garantiti con questo fondo.

Vincenzo Falabella


Vita indipendente

Un altro tema importante per la Fish è quello della vita indipendente. Oggi il Fondo per la vita indipendente ha una dotazione di 15 mln di euro scarsi ed è ricompreso nel fondo per le non autosufficienze. Tali risorse sono utilizzabili solo su 186 ATS a fronte di 560 ATS presenti su tutto il territorio nazionale: la proposta della Fish è volta a garantire quanto meno l’estensione e l’accesso alla vita indipendente su tutto il territorio nazionale. «Dalla lettura della legge di bilancio non vi è alcun riferimento a tale fondo, mentre diventa prioritario e necessario rafforzare tutto il settore della “vita indipendente”, incardinandolo in uno specifico e separato fondo con una dotazione di 100 milioni di euro a decorrere dall’anno 2024. La nuova collocazione dovrebbe trovare riscontro all’interno della legge delega sulla disabilità attraverso gli emanandi decreti attuativi», afferma Falabella.

Dopo di noi

Sul dopo di noi, come noto, l’art. 9 della L. n. 112/16 ha previsto una copertura delle minori entrate per la fruizione di agevolazioni fiscali e tributarie pari a 51,958 mln per l’anno 2017. La seconda Relazione al Parlamento sull’attuazione della Legge (l’ultima che è stata presentata, sic), dice che quell’anno sono state fruite agevolazioni solo per 946mila euro. Quelle risorse vanno riallocate (lo prevede espressamente la legge) sul Fondo. La proposta della Fish è quindi quella di prevedere in legge di bilancio che la dotazione del Fondo sia incrementato di 83.345.400 euro per l’anno 2024: 50.924.500 euro derivano dal recupero delle risorse stanziate e non utilizzate per l’anno 2017 per la copertura delle minori entrate derivanti dagli articoli 5 e 6 della legge n. 112 del 2016;  32.420.900 euro dalle risorse non utilizzate per la stessa finalità nel 2018. La stessa operazione andrà poi compiuta per le minori agevolazioni fruite a partire dal 2019.

Caregiver familiare

Oltre 3 milioni di persone con disabilità e loro familiari sono interessati del delicato tema dell’attività di cura e supporto quali caregiver familiari e ha ormai una assoluta urgenza la scelta di quale specifica connotazione dare alla figura del caregiver familiare: il 3 ottobre 2022 il Comitato Onu sui diritti delle persone con disabilità ha censurato l’assenza in Italia di sistemi volti a supportare i caregiver familiari. La Fish chiede che il fondo per la copertura finanziaria di interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura non professionale svolta dal caregiver familiare sia incrementato di 30 milioni di euro per l’anno 2024 e di 200 milioni di euro a partire per l’anno 2025.

La Fish chiede che il fondo per la copertura finanziaria di interventi legislativi finalizzati al riconoscimento dell’attività di cura svolta dal caregiver familiare sia incrementato di 30 milioni di euro per l’anno 2024 e di 200 milioni di euro a partire per l’anno 2025

Vincenzo Falabella

Lavoro, inclusione scolastica e familiari a carico

Sull’inclusione scolastica, la Fish ricorda che l’orientamento prevalente della magistratura nelle scuole paritarie è quello di negare l’esistenza dell’obbligo dello Stato di fornire insegnanti per il sostegno e assistenti all’autonomia e alla comunicazione. Questo personale specializzato viene pertanto pagato dalla scuola che, solitamente, si rivale sulle famiglie. Le scuole paritarie tuttavia fanno parte del sistema nazionale di istruzione e la stessa legge 62/2000 prevede un fondo specifico per gli alunni con disabilità: tale fondo è insufficiente ai sempre più crescenti bisogni, per cui se ne chiede un aumento almeno del 10%. Sul tema del lavoro, la Fish chiede un incremento di 10 mln di euro del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili di cui all’articolo 13 della legge 68. Infine la Fish chiede di innalzare a euro 6mila euro il limite di reddito e misure economiche che permette di considerare come “familiare a carico” i componenti della famiglia nelle procedure per l’invalidità civile, cecità e sordità civile (attualmente considerati “familiari a carico” quei componenti della famiglia che non superano il reddito annuale pari a 2.840,51 euro).

Foto Remo Casilli/Sintesi

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