Mondo

Brasile. Incontro a San Paolo. Premiati amici Lula & Olivero

Il presidente brasiliano ha visitato la sede paulista del Sermig. E ha promesso una visita a Torino (di Carlo Degiacomi).

di Redazione

Brasilia, maggio Verrò a Torino a metà ottobre di quest?anno”. Parola del presidente del Brasile, Lula che ha risposto così all?invito di Ernesto Olivero, fondatore del Sermig, a Brasilia il 13 maggio. Un incontro durato un?ora e mezza con un obiettivo preciso: la presentazione al presidente Lula del documento Ridisegniamo il mondo partendo dai giovani e dalla pace, frutto del primo Mondiale dei giovani della pace organizzato a Torino il 5 ottobre 2002. E poi, alla faccia di ogni protocollo, foto con il presidente, domande fuori dal microfono ufficiale, scambi di abbracci e d?intesa. Le due strade Un Ernesto Olivero determinato ma anche commosso per l?attenzione di un uomo di cui ci si può fidare. Proprio così ha detto: “Mi sembra un uomo buono, vicino ai poveri, vicino agli umili e alle persone cui si vuole bene ci si da del tu”. I giovani hanno bisogno di persone di cui fidarsi e mi pare che nei due personaggi abbiamo qualcuno che, ciascuno a suo modo e con diverse responsabilità, parla la stessa lingua. Il traduttore ufficiale e appassionato è una terza grande persona che Olivero chiama il suo maestro: don Luciano Mendes de Almeida, presidente della Conferenza episcopale brasiliana. “Abbiamo due strade davanti: la strada dell?odio o la strada della giustizia. L?uomo che usa saggezza sceglie la strada della giustizia, la sola che può portare alla pace”, spiega Olivero e gli risponde Lula: “La lotta per la pace non è solo contro la guerra, ma l?impegno in prima persona contro la mortalità infantile, contro l?analfabetismo, la fame e la povertà”. L?incontro è con un folto gruppo di giovani ed è a loro che si rivolge il presidente del Brasile perché sa anche che operano all?interno dell?Arsenale della pace, non si fermano di fronte alle difficoltà, ma coltivano dentro di sé la speranza di un mondo di dialogo e senza fame. Lula non può non parlare di “questo esempio eccezionale” e sperare che sia seguito da molti giovani. Con la sua voce roca parla dell?importanza dell?impegno dei giovani: “Non dite mai che non amate la politica, perché chi non ama la politica è comunque governato da chi la ama. E se quelli che amano la politica sono i cattivi, la maggior parte della gente buona sarà governata da quella malvagia. E anche quando vi trovate in momenti di sfiducia totale, quando niente va bene, nessun partito politico, nessun candidato vi sembra andare bene, anche allora non perdete l?amore per la politica. Perché il politico perfetto che desiderate non è dentro gli altri, ma è dentro di voi”. L?ottava meraviglia Entrando nell?Arsenale della speranza a San Paolo, l?impressione è di essere entrati in un campus universitario: pulizia, ordine, silenzio? e nello stesso tempo migliaia di persone che entrano e escono, che attendono in fila o seduti negli stanzoni, che fanno riunioni, che si lavano, che sanno che questa casa è per loro un riferimento, una risposta concreta. “Perché non dobbiamo dare il meglio ai poveri? Sono persone e vanno trattate come tali”, dice Ernesto che chiama l?Arsenale brasiliano, con giusto orgoglio, “l?ottava meraviglia del mondo”. Ecco un punto fondamentale del metodo del Sermig: alla mensa il cibo è perfetto, perché chi viene accolto deve trovarsi così bene da cominciare a coltivare in sé la speranza di poter uscire dalle proprie difficoltà? ed è di lì che inizia il percorso di trasformazione e di speranza. Coniugare presente e futuro, risposte immediate, con ?utopie? raggiungibili e respiri ampi: è un esempio per gli interventi nel Sud del mondo su cui varrebbe la pena di discutere e di approfondire. Carlo Degiacomi


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