Mondo

Le missioni delle ong. Sos di streghe e scheletri

Le strutture per accogliere i rifugiati sono insufficienti e intanto le bambine accusate di magia vengono abbandonate e i neonati non hanno cibo.

di Redazione

Il conflitto congolese passerà alla storia come la più mortifera fra le “guerre dimenticate”. Non da tutti però. E a chi negli ultimi cinque anni sono passati davanti agli occhi circa 3 milioni di cadaveri è concessa qualche sparata: “La guerra in Iraq ha trainato il carrozzone mediatico globale, mentre del Congo, dove in un giorno muoiono tante persone quante nell?intero conflitto anti Saddam, non gliene importa nulla a nessuno. Non ho paura a parlare di razzismo antiafricano”. Firmato Luca Guerneri, responsabile Cesvi per la missione in Congo. Dove si trovano Massimo Nicoletti e Caterina Rizzo. Il primo da giorni soffre di febbre “forse una ricaduta di malaria”, Caterina invece risponde al telefono con una voce ferma e preoccupata. “Siamo a Deni, nella regione del Nord Kivu, cento chilometri a sud di Bunia. Qui solo il 14 e il 18 maggio sono arrivati 30mila sfollati provenienti da Bunia, nella provincia dell?Ituri”. Si tratta di gente completamente traumatizzata “dalla guerra etnica fra hema e lendu e spogliata di tutto a causa dei dazi da pagare agli ngiti”. Risultato: arrivano a Deni (“ma molti bambini annegano nel guadare il fiume”), con i piedi (“nudi”) pieni di pus dopo aver passato dieci giorni senza cibo. “Ma qui non c?è da mangiare nemmeno per i locali, bisogna aspettare il raccolto di luglio/agosto”. Per assorbire l?arrivo dei profughi, il Cesvi insieme a un coordinamento di ong internazionali e congolesi sta predisponendo tre campi capaci di ospitare 500 famiglie (per un totale di 3mila persone). Nella vicina Bukavu la tragedia assume connotazioni medioevali. Il Movimento per la lotta contro la fame sta combattendo un fenomeno finora sconosciuto per l?Africa: l?abbandono da parte delle famiglie di bambine accusate di stregoneria. La stessa ong è poi impegnata in un progetto di approvvigionamento idrico sempre nel Sud Kivu. È invece sospeso il programma di pacificazione pensato dai Beati costruttori di pace che in due occasioni hanno tentato di portare a Kisangani un centinaio di giovani per celebrare il simposio della pace. “Due giorni prima della partenza, però”, ricorda Lisa Clark, “abbiamo dovuto mollare tutto, le minacce erano fin troppo esplicite”. L?onlus Amici dei popoli si occupa invece del recupero umano e sociale dei ragazzi di strada di Lubumbashi (nel sud del Paese), in una regione ricchissima di giacimenti minerari. Sono due i progetti di Caritas: uno a Kindu, dove la diocesi locale sta assistendo la popolazione con tre centri sanitari (grave l?allarme Aids) e 11 centri nutrizionali, oltre a una casa per anziani. La diocesi di Goma è tuttora occupata dalle conseguenze dell?eruzione del vulcano Nyiragongo (gennaio 2002) che tiene lontano dalle loro case ancora oltre 2mila famiglie. Infine, Medici senza frontiere invierà nelle province orientali una squadra di 25 volontari internazionali: obiettivo salvare gli ?scheletri viventi?, bambini con meno di 5 anni che rischiano la morte per inedia. Info: Per informazioni sulla guerra in Congo e donazioni umanitarie: Benvenuti nel sito di Caritas ambrosiana Medici Senza Frontiere Associazione per i popoli minacciati Volontari nel mondo OPAM COOPI Beati i costruttori di pace www.cesvi.org Movimento per la lotta contro la fame nel mondo AMICI DEI POPOLI www.monuc.org


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