Cultura

Incidenti stradali: il bilancio Aci-Istat

Nel 2001: in 6.682 hanno perso la vita, un aumento del 2,7% Incidenti, più vittime nelle strade di città E il vero killer è il traffico del pomeriggio

di Paul Ricard

Attenzione massima tra le ore 17 e le 20: sembra incredibile, ma proprio quando le strade sono più intasate, quando gli automobilisti vanno a passo da lumaca in interminabili code per ritornare a casa dopo una giornata di lavoro, la morte è in agguato. Secondo i dati statistici forniti dall?Aci-Istat alla 59° Conferenza del traffico e della circolazione stradale, che si è tenuta ieri a Riva del Garda, in queste tre ore del pomeriggio si conta il numero più alto di morti sulle strade. In generale, sulle strade italiane nel 2001 è stato pagato un alto tributo di sangue, perché gli incidenti sono cresciuti del 2,7% (da 228.912 del 2000 a 235.142 nel 2001), i feriti del 4,1 passando da 321.603 a 334.679, mentre il numero delle vittime è rimasto pressoché invariato a 6.682 rispetto alle 6.649 del 2000. I dati sono stati raccolti attraverso il nuovo metodo di calcolo, che conteggia le vittime decedute entro 30 giorni da quando è accaduto l?incidente. Come sempre le statistiche nascondono un po? la verità. Perché se nel tardo pomeriggio il numero delle vittime è in assoluto il più alto, le ore pericolosissime, in cui il tasso di mortalità è elevatissimo in rapporto al numero dei veicoli che circolano, sono quelle della notte. Sono le maledette ore delle “stragi del sabato sera”: tra le 22 e le sei del mattino di venerdì e sabato notte, sono scomparse 909 persone, il 15% del totale dei morti. Tre quarti degli scontri si consumano sulle strade delle città, che contano la metà dei morti e il 73% dei feriti. Luglio, giugno e maggio, nell?ordine, sono i mesi più a rischio mentre il venerdì, il sabato e il lunedì i giorni che si rivelano più critici per numero di incidenti. Un filo di ottimismo viene constatando che negli ultimi vent?anni il numero delle vittime della strada nei 15 Paesi dell?Unione Europea si è ridotto in media del 39%. In Italia, purtroppo, si è registrata una percentuale più bassa, 27,9 rispetto al 50,1 della Germania, al 42,6 del Regno Unito, al 40,9 della Francia. Nel confronto con le altre nazioni dell?Europa Unita, l?Italia non è tra i fanalini di coda: si posiziona nella fascia di Paesi a medio rischio, insieme con Austria, Belgio, Francia e Irlanda. Quali i possibili rimedi per far diminuire questo tragico bilancio? Il ministro dei Trasporti Pietro Lunardi annuncia che “a Verona, nel prossimo ottobre, in occasione del primo Salone della sicurezza dell?Aci, promuoverà una Maastricht della sicurezza stradale”. Più interessante la ricetta di Giorgio Goggi, assessore al traffico di Milano, che comunica un dato positivo: a Milano le vittime delle strade sono scese dalle 129 del 1995 alle 92 del 2001, alle 76 del 2002. Come? Grazie a rotatorie e a marciapiedi allargati, a dossi artificiali per ridurre la velocità, a passaggi pedonali rialzati, a segnaletica più visibile. “Soluzioni che in alcune zone hanno consentito di ridurre fino al 60% il numero dei feriti in un anno. Ora però si apre un?altra fase, con interventi mirati – dice Goggi -: incentrata sul controllo elettronico per l?eccesso di velocità e il passaggio col rosso e sulle isole ambientali, dove la velocità avrà un limite di 30 all?ora”.


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