Il decreto legge firmato dal ministro Treu mette la parola fine al monopolio pubblico per il collocamento.
Il vecchio collocamento pubblico non sarà più il solo protagonista dell?incontro tra domanda e offerta di lavoro. Le aziende private che vogliono far parte del nuovo collocamento possono già fare domanda al ministro del Lavoro per ottenere l?autorizzazione a svolgere il compito di ricerca del lavoro e di ricerca del personale. Un decreto quasi obbligato dalla Corte di Lussemburgo, che ha dichiarato irregolare il monopolio pubblico del collocamento in Italia. Già il decreto legislativo 469, varato dal governo alla fine del 1997, prevedeva all?articolo 10 l?ingresso dei privati, da regolare con il decreto del ministro del Lavoro, approvato proprio in questi giorni da Tiziano Treu. Ora si tratta di presentare le domande e aspettare il regolare iter di valutazione della documentazione presentata, che deve avvenire entro 150 giorni dalla presentazione della domanda. In pratica le prime imprese di collocamento private saranno operative non prima dell?autunno ?98. Inoltre, entro i primi di luglio sono attese le leggi regionali che recepiscano la riforma varata alla fine del ?97. I privati che vorranno diventare protagonisti del collocamento dovranno rispondere a determinati requisiti, riportati dai sei articoli del decreto Treu e da una circolare diramata insieme al decreto stesso. In caso di trasgressioni è prevista la revoca della licenza. Non possono beneficiare di queste novità né le agenzie di lavoro interinale, né gli enti di formazione professionale. Devono comunque avere un capitale sociale di almeno 200 milioni e almeno due operatori per ogni sede regionale, da assumere entro 30 giorni dal ricevimento dell?autorizzazione. In caso la nuova agenzia privata di collocamento non ricevesse entro i 150 giorni previsti alcuna risposta dal ministero, dovrà intendere il silenzio come un rifiuto della sua domanda. Il servizio sarà totalmente gratuito per chi si rivolgerà agli sportelli del collocamento privato.
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