Cultura
Biotecnologie, la battaglia non è ancora finita
Sulla nuova direttiva europea riguardante le biotecnologie
di Redazione
Appena approvata, ha fatto subito discutere. È la direttiva europea sulle biotecnologie, i ?brevetti della vita?, che permette la clonazione e lo sfruttamento commerciale di piante, animali e parti del corpo umano, aprendo anche la strada alle sperimentazioni sugli embrioni. Le polemiche scoppiate nei giorni scorsi in Italia hanno visto scontrarsi i sostenitori del provvedimento e coloro che da tempo ne paventavano l?introduzione, tra cui il Nobel Dario Fo e il Comitato scientifico antivivisezionista composto da Greenpeace, Verdi ambiente e società, Cicvis, Wwf.
Ora però la direttiva, come sempre avviene per le leggi europee, dovrà essere ratificata dai Parlamenti dei singoli stati membri dell?Unione. E qui molte cose potrebbero cambiare. Lo ha sottolineato la scorsa settimana l?onorevole Gianni Tamino, europarlamentare dei Verdi, che dopo aver ammesso la ?sconfitta? degli ambientalisti ha ricordato che «la battaglia si riapre nei singoli Paesi. Senza contare che ci sono evidenti contraddizioni tra la direttiva, norme di diritto internazionale e convenzioni internazionali, che porranno la necessità di affrontare la questione».
I Parlamenti nazionali hanno l?obbligo di recepire entro due anni la direttiva, mentre dopo 5 anni dall?entrata in vigore è prevista una verifica del suo funzionamento. Nei due anni di ?attesa? dunque sarà possibile apportare modifiche al provvedimento, correggendo eventuali punti oscuri o di discutibile contenuto etico. Per saperne di più sulla battaglia contro le biotecnologie è possibile contattare il Comitato scientifico antivivisezionista allo 06/3225370.
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