Non profit
Turisti sì, ma senza far male al mondo
Un giro daffari che coinvolge cinque miliardi di persone ogni anno. Solo una piccola parte di queste hanno rispetto dei luoghi e di chi incontrano. È per questo che undici organizzazioni ...
Brevissimo test semi-estivo per individuare il vostro profilo di turista. Siete appena tornati da un viaggio in Brasile, dove avete incontrato una tribù di indigeni dell?Amazzonia. Che cosa vi è rimasto impresso dell?incontro? Due possibilità: a) l?entusiasmante compravendita di collanine e cerbottane locali, corredate dall?insolita scritta ?Made in Taiwan?; b) la conversazione intrattenuta col capo della comunità sulla loro cultura, conclusasi con qualche utile suggerimento di botanica tropicale. Se avete risposto a) non vi preoccupate, perché rientrate nella stragrande maggioranza (circa il 98% in Italia) di turisti che viaggiano sulla scia dell?esotico, ma probabilmente dell?Amazzonia non vi è rimasto altro che la collanina. Se invece avete risposto b) allora vuol dire che siete dei ?turisti responsabili?, affascinati dai luoghi lontani, ma anche dalla gente e dalla cultura che li caratterizza, nel rispetto della reciproca conoscenza.
La distinzione appena presentata non è da poco, perché la cosiddetta industria del turismo nell?ultimo anno è diventata la principale attività economica del Pianeta (sopravanzando il commercio del petrolio e delle altre fonti di energia); un?attività che sposta circa 5 miliardi di persone l?anno (di cui oltre 600 milioni verso l?estero) e che occupa circa un quindicesimo dei lavoratori nel mondo. Un?attività in continua espansione che, però, paradossalmente invece di avvicinare continenti e persone, tende ad aumentarne le fratture. Infatti, l?80% del mercato turistico è ad appannaggio di soli 20 Paesi nel mondo (quelli più ricchi), mentre l?enorme giro d?affari che comporta è monopolio della decina di tour operator internazionali più grandi. Un solo dato rende al meglio l?idea: negli ultimi vent?anni la quota di turisti in Africa è passata dall?1,5 al 3% del totale, mentre la percentuale degli introiti turistici per i Paesi africani è diminuita dal 2,8 all?1,2%. E al di là delle notazioni economiche, il concetto un po? neocolonialista del turista che viaggia all?estero seguendo la mentalità del ?Quanto costa? Compro? può anche arrecare notevoli danni ambientali (persino sull?Everest si racconta di sacchetti della spazzatura abbandonati) e sociologici.
Una nuova mentalità turistica, denominata ?responsabile? o anche ?consapevole? o, ancora, ?sostenibile?, si è creata negli ultimi anni anche in Italia, grazie soprattutto all?impegno di quelle associazioni del Terzo settore già attive in progetti di cooperazione allo sviluppo. Un?idea di viaggiare che, pur rimanendo ancora relegata ai margini del grande business, sta con gli anni lentamente aumentando il proprio giro (attualmente attorno all?1-2% in Italia); un nuovo modo di sentirsi turisti che quest?anno ha voluto darsi una forma più ?istituzionale?, con la creazione dell?Associazione italiana turismo responsabile (Aitr), un Forum nazionale formato da undici associazioni (tra le quali Wwf, Legambiente, Centro turismo studentesco e Terre di Mezzo) che ha redatto una Carta del Turismo responsabile (per informazioni: Aitr, telefono e fax 0185/773071 o tel. 02/26681080, fax 02/26680664).
Le mete della vacanza rimangono quelle classiche, e affascinanti, che offre ogni agenzia di viaggio; cambia l?approccio alla vacanza, volendo meno superficiale, sempre edonistico ma con una maggiore attenzione, in tutti i sensi, alla nuova realtà che si esplora. Qualche esempio? In Tanzania con il Centro mondialità sviluppo reciproco (lire 3.400.000, quindici giorni, tel. 0586/887350): safari nel Parco naturale di Ruaha, sosta balneare a Zanzibar nella comunità musulmana, visita dei villaggi e delle missioni, incontro con la popolazione che lavora al progetto della ong ?Acqua, salute, ambiente nei villaggi?. In Vietnam con l?associazione Lanterna Magica (lire 2.700.000 più 600 dollari di cassa comune, 21 giorni, tel. 049/ 8724477): la baia di Halong e il delta del Mekong, l?antica capitale Huè e la capitale attuale Hanoi, ma anche visite ai villaggi beneficiari del progetto del Cesvi (Cooperazione e sviluppo) ?Operazione infanzia e salute?. In Messico con l?associazione Pindorama (lire 2.800.000 più 600 dollari di cassa comune, 21 giorni, tel. 02/ 39218714): un po? di mare sul Pacifico, la capitale Mexico City, i resti della civiltà maya, ma anche la tormentata regione del Chiapas. E queste sono solo alcune delle centinaia di possibilità di viaggio. Siete pronti a partire consapevoli di dove vi state recando?
Le cifre del business
Numero di persone che ogni anno 5 miliardi
si spostano nel mondo
Numero di persone che varcano 600 milioni
una frontiera nazionale
Percentuale di lavoratori occupati nel turismo
1 ogni 15 lavoratori
(7% lavoratori mondiali )
Spesa media annuale pro capite per turismo di
un inglese 590 mila lire
un italiano 390 mila lire
un americano 275 mila lire
un tunisino 40 mila lire
un indiano mille lire
Decalogo del perfetto viaggiatore
1. Prima di partire, si interroga sulle proprie aspettative e si informa sui popoli e l?ambiente del paese che visiterà.
2. Chiede agli organizzatori garanzie sulla qualità del viaggio dal punto di vista etico, economico, sociale, ecologico.
3. Sceglie possibilità di trasporto e di alloggio compatibili il più possibile con l?ambiente, valutando la presenza di depuratori, lo smaltimento dei rifiuti, il risparmio energetico.
4. Giunto sul posto, accetta di condividere la vita quotidiana locale e non chiede privilegi né ostenta ricchezza o lusso.
5. Chiede sempre il permesso per fotografare da vicino la gente locale.
6. Non assume comportamenti offensivi per gli usi locali.
7. Si interessa a prodotti e manifestazioni che siano autentica espressione della cultura e delle tradizioni locali.
8. Rispetta l?ambiente il patrimonio storico-monumentale.
9. Si assicura che i locali traggano i benefici maggiori dal suo viaggio, badando però che la sua presenza non contribuisca ad accrescere una loro eccessiva dipendenza dal turismo
10. Al ritorno, valuta come dar seguito ai rapporti stabiliti.
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