Cultura

Salgado in mostra a Correggio

Fino al 4 giugno presso il Convitto Nazionale R. Corso (via G. Bernieri , 8)

di Gabriella Meroni

“Vorrei che il mio lavoro fosse una sorta di arringa in favore delle popolazioni in movimento e di quanti sanno e possono accoglierli; vorrei mostrare la loro dignità nel desiderio di inserirsi, il loro coraggio nelle prove da affrontare; vorrei sottolineare lo spirito di intraprendenza con cui accettano le nuove sfide e la ricchezza delle loro differenze; vorrei mostrare , attraverso l’esempio delle migrazioni, come la famiglia comune di tutta la specie umana debba fondarsi necessariamente sulla solidarietà e la condivisione”. E’ una dichiarazione d’intenti, quella di un artista, di un fotografo brasiliano che da trent’anni riproduce la realtà nelle sue ferite, esaltandone la gloria, pretendendo per loro il rispetto necessario. Sebastiao Salgado è a sostegno di Médecins sans Frontières con esposizioni e libri, a sostegno dell’arte per l’altezza delle sue immagini, per la purezza espressiva e la luce dei suoi bianchi e neri, è a disposizione di chiunque decida di fermarsi a Correggio (RE), presso il Convitto Nazionale R. Corso (via G. Bernieri , 8) nella mostra organizzata dalla Bottega del Mondo ? Ravinala e dal Coordinamento MIssionario Correggese in collaborazione con il Comune di Correggio e altre associazioni. Le immagini tese a riprodurre l’umanità “In Cammino”, quella che non ha bisogno di pietà né assistenzialismi, quella che resta ben salda alla propria dignità nonostante gli eventi, nonostante le “espulsioni” da Paesi che hanno lingue sconosciute, il terrore, la povertà, la rabbia naturale di fronte alle negate prospettive. L’istinto di sopravvivenza di emigranti e rifugiati è messo alla prova, ad esempio, nel tentativo di oltrepassare le barriere d’acciaio erette dagli Stati Uniti lungo i tratti urbani della frontiera con il Messico; oppure per i palestinesi in Libano, i rifugiati dell’ex-Jugoslavia, le migrazioni dal Vietnam. Poi l’Africa e l’impressione che a volte il mondo sembra dare di considerarla come un continente perduto per sempre quando non ci sono solo morti nel Sudan meridionale, nel Ruanda, nell’Angola, nel Mozambico, ma uomini e donne che sopravvivono grazie alla forza di abbandonare tutto dietro di loro cercando di fuggire verso la Tanzania o, semplicemente, altrove. L’esodo dalle campagne e il relativo caos delle città rappresenta lo stato di cose più diffuso in America Latina, ma anche realtà come quella degli indios amazzonici, delle comunità zapatiste dello Stato del Chiapas, del movimento dei “sem terra” in Brasile sono raccontate tramite l’immediatezza delle immagini. Così come le megalopoli dell’Asia, in cui la fuga dalle campagne filippine e indiane sono la causa delle innumerevoli difficoltà di sopravvivenza e di alloggio, ma non certo della dilagante povertà: basti pensare che Bombay ha il controllo del commercio mondiale del diamante. Salgado dedica l’ultimo blocco fotografico “a tutti i bambini che guardando queste foto, pensano alle vite vissute al di là dei ritratti”, i ritratti dei bambini “osservano” il visitatore della mostra, ricordano, creano un doppio nodo nella memoria perché “attraverso gli abiti, la posa, l’espressione e gli occhi, raccontano la loro storia con franchezza e dignità disarmanti”. E’ una mostra colma di spiritualità questa di Salgado, la spiritualità altissima dell’uomo, quella che prescinde dai credo religiosi ed è in grado di sprigionarsi intensa a regalare una nuova concentrazione, a smuovere qualcosa che non tornerà più al suo posto. La mostra si inserisce nel programma di Etnica 2003 e della Fiera di San Quirino ed è aperta ogni sabato (dalle ore 16 alle ore 19) e domenica (dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 16 alle ore 19) dal 17 maggio al 4 giugno, compresi i giorni di lunedì 2, martedì 3 e mercoledì 4 giugno (dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 16 alle ore 19). Mentre negli altri giorni è visitabile dalle ore 9 alle ore 18. L?ingresso è gratuito. Sono previsti spazi video e libri, incontri e testimonianze. Per prenotazioni (visite guidate) e info: Fulvio Bucci 338 7300504. Fulviorossoblu@libero.it


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