Cultura

Anniversari: Liebig, chimico pentito

Un blitz dell'Amab nei 200 anni della nascita dell'inventore dell'agricoltura chimicizzata, Justus Von Liebig

di Redazione

La scorsa settimana si è commemorato a Roma, con un solenne convegno (Chimica ed ecologia: un rapporto controverso) organizzato presso l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, il duecentesimo anniversario della nascita di Justus von Liebig, padre dell’agricoltura “chimicizzata” moderna. Relazioni dei massimi esponenti della storia, ricerca e divulgazione della chimica italiana, da Cerruti a Di Meo e Nicolini come pure Nebbia, De Marco e Carrà. E l’AMAB c’è andata, a nome degli agricoltori biologici, con alcuni suoi produttori, non foss’altro per ricordare all’illustre consesso come lo studioso, ad un certo punto della sua vita, ebbe dei forti ripensamenti sull’uso dei prodotti chimici, a partire dai fertilizzanti, da lui attuato in agricoltura, chimica che tanta parte ha nell’ormai grave degrado di tutti i sistemi agricoli. Ecco un’indicazione dal suo lungo testamento spirituale, redatto 10 anni prima della morte, avvenuta a 70 anni: “Confesso volentieri che l’impiego dei concimi chimici era fondato su delle supposizioni che non esistono nella realtà. Questi concimi dovevano portare una rivoluzione completa in agricoltura. Il concime di stalla doveva essere completamente escluso e tutte le materie minerali, asportate dai raccolti, sostituite con dei concimi chimici. Il concime doveva permettere di coltivare su di uno stesso campo, senza discontinuità e senza esaurimento, sempre la stessa pianta, il trifoglio, il grano ecc., secondo la volontà e i bisogni dell’agricoltore. Avevo peccato contro la saggezza del Creatore e ho ricevuto la dovuta punizione. Ho voluto portare un miglioramento alla Sua opera e nella mia cecità ho creduto che nel meraviglioso concatenamento delle leggi che uniscono la vita alla superficie della terra, rinnovandola continuamente, un anello era stato dimenticato, che io povero verme impotente, dovevo fornire”. (Liebig: Die Spitze meines Lebens, 1865. Il punto più alto della mia vita.) Distribuendo un volantino con questo testamento, l’AMAB ha voluto indicare in Liebig uno degli antesignani dell’agricoltura biologica, e ha chiesto – senza ottenere risposta – perché vi sia un occultamento di tale testo da parte degli storici, delle università e di tutti gli addetti ai lavori. “L’agricoltura biologica -ricorda Mario Ciarmoli, presidente dell’unica Organizzazione di Produttori Ortofrutticoli biologici esistente in Italia- resta l’unica a produrre alimenti di qualità, non inquinati, di alto valore nutritivo, l’unica che salvaguarda l’ambiente, non utilizzando prodotti chimici inquinanti, mantenendo e migliorando la fertilità del suolo, l’unica a porre un freno all’enorme spreco di energia e materie prime, e a permettere agli agricoltori di vivere ancora del proprio lavoro soprattutto non nuocendo alla salute propria ed altrui?”


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