Beni comuni
Amministrazione condivisa: ecco come fare
Da Labsus, uno strumento per cittadini, enti di Terzo settore e pubbliche amministrazioni: una piccola guida per orientarsi tra gli strumenti dell’amministrazione condivisa
A Piedimonte Matese (Ce), un patto ha donato alla città un parco giochi inclusivo grazie al sostegno di cittadini e imprese, a Bagheria (Pa) un bene confiscato diventa un bene comune accogliente, partecipato e innovativo. Sono quasi 300 in Italia gli Enti che hanno adottato i regolamenti per l’amministrazione condivisa dei beni comuni, secondo lo schema predisposto dal Laboratorio per la sussidiarietà-Labsus.
E tanti altri si accingono a lavorare nella direzione di questa forma di democrazia partecipata. Come il Comune di Bagnara Calabra (Rc), ad esempio, che ad ottobre 2023 insieme a Labsus, il dipartimento della Protezione civile, la Regione Calabria e la fondazione Centro internazionale in monitoraggio ambientale-Cima ha iniziato un percorso di pianificazione civile partecipata per rendere il piano di protezione civile non solo uno strumento “per” la popolazione, ma uno strumento creato con il coinvolgimento della popolazione e tenendo in considerazione la sua voce, le necessità, la conoscenza del territorio. Una sperimentazione che porterà avanti due elementi in modo prioritario: la costruzione di collaborazione fra amministrazione e stakeholder e il tema della disabilità.
Il manifesto nasce dall’esigenza di confrontarci sugli strumenti collaborativi che, a partire dal principio costituzionale di sussidiarietà orizzontale, si vanno diffondendo nel nostro Paese
Pasquale Bonasora, presidente di Labsus
Da una riflessione sulle attività, i documenti e le sperimentazioni elaborati in Italia fino ad oggi, Labsus, avvalendosi della collaborazione della cooperativa Pares, ha scritto e pubblicato un Manifesto per l’amministrazione condivisa, in cui sono riepilogati tutti gli strumenti, le norme, per interventi e azioni efficaci sulle forme di sussidiarietà orizzontale e di gestione condivisa per cittadini, enti di terzo settore e pubbliche amministrazioni.
«L’esigenza è stata quella di confrontarci sugli strumenti collaborativi che, a partire dal principio costituzionale di sussidiarietà orizzontale, si vanno diffondendo nel nostro Paese», dice Pasquale Bonasora, presidente di Labsus, che aggiunge «L’esigenza è stata quella di confrontarci sugli strumenti collaborativi che, a partire dal principio costituzionale di sussidiarietà orizzontale, si vanno diffondendo nel nostro Paese».
La grande opportunità offerta da questi strumenti è quella che permette di ridefinire le politiche di welfare del nostro paese superando la logica di erogazione di servizi e allargare lo sguardo alle alleanze di prossimità che ci permettono di incidere sul benessere delle persone.
Ma «Il raggiungimento di questo obiettivo richiede un cambio culturale da parte di tutti i soggetti coinvolti: le istituzioni, il terzo settore, i cittadini. L’Amministrazione condivisa produce effetti che vanno dalla cura di un piccolo luogo alla cura delle persone attraverso la co-progettazione di un servizio pubblico promuovendo una rete di relazioni che guarda ad ogni persona come ad una risorsa per la sua comunità», conclude Bonasora.
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Dunque, cittadini e pubbliche amministrazioni hanno tutti gli strumenti per collaborare e le esperienze da cui prendere spunto si moltiplicano in diversi territori del nostro Paese.
Il Manifesto di Labsus rilancia le buone ragioni e gli effetti positivi che le collaborazioni producono. Principalmente una: che l’amministrazione condivisa produce innovazione sociale, perché intercetta e affronta con creatività le sfide emergenti; politica, perché permette di cogliere il punto di vista degli altri; amministrativa, perché rappresenta un nuovo modello di amministrazione caratterizzato da trasparenza, fiducia, responsabilità condivisa e orizzontalità dei rapporti tra enti pubblici e cittadini.
le foto sono di Gabriella Debora Giorgione, la foto di copertina è concessa a VITA da Labsus
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