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Costruzione del nuovo welfare: le Acli scendono in campo per salvare la legge 328

L'appello lanciato a Civitas a tutti i soggetti coinvolti nella costruzione del nuovo Welfare.

di Benedetta Verrini

Salviamo la 328. È questo l?appello lanciato dalle Acli, durante la fiera di Civitas, a tutti gli attori coinvolti nella costruzione del nuovo Welfare: governo, Regioni, Comuni e Terzo settore. Proprio l?applicazione della legge quadro sui servizi sociali “costituisce per le Acli una priorità assoluta”, ha dichiarato il presidente Luigi Bobba. “Le politiche sociali nazionali e locali non possono prescindere dal principio dell?universalismo selettivo e dagli altri principi ispiratori della legge”. A distanza di oltre due anni dalla sua entrata in vigore, la 328 stenta ancora a decollare come quadro omogeneo in cui sviluppare le politiche territoriali dei servizi alla persona: ancora 7 decreti attuativi (sui 18 previsti) mancano all?appello; solo 10 Regioni hanno promulgato la legislazione attuativa e i relativi Piani sociali. In questi giorni l?appello sta circolando presso diverse realtà del pubblico e del privato sociale per richiamare l?attenzione, anche in vista della prossima consultazione elettorale amministrativa, sulle priorità da affrontare: l?effettiva integrazione sociale e sanitaria, le misure per combattere la povertà e per promuovere l?inclusione sociale, le politiche di sostegno alle responsabilità familiari, la partecipazione democratica nella programmazione e nella gestione dei servizi. Per questo, si legge nell?appello, è necessario che “ciascuno faccia la sua parte”: il governo, a partire dalla normativa che regola i livelli essenziali di assistenza, deve emanare concretamente e rapidamente i decreti attuativi che mancano per assicurare uno sviluppo coerente della legge e che rimangono di competenza dello Stato. Le Regioni devono dotarsi degli strumenti legislativi necessari per assicurare un coerente sviluppo della 328 “evitando di utilizzare risorse economiche per finalità distinte e diversificate”. I Comuni sono chiamati ad attivarsi “anche attraverso le indispensabili forme consortili per attuare i relativi Piani di zona e in tal modo dare risposte puntuali ai bisogni del territorio in termini di priorità, identità e coesione sociale”. Il Terzo settore, cioè le organizzazioni della cooperazione, dell?associazionismo e del volontariato, devono assumere “il ruolo primario che la stessa legge loro riconosce per contribuire ad assicurare ai cittadini e alle loro famiglie qualità nelle prestazioni erogate, capacità progettuali e cultura partecipativa”.


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