Cultura

La seconda vita di Giovanna

La pasionaria della musica italiana è tornata al successo di un tempo. Merito di un cd con Francesco De Gregori, che ha scalato le classifiche.

di Ettore Colombo

A Roma gira un detto: che viviamo in un mondo davvero sottosopra se il rapper più famoso del mondo è un bianco, il più forte giocatore di golf è un nero, la coppa America di vela l?hanno vinta gli svizzeri, i francesi chiamano gli americani arroganti, i tedeschi non vogliono fare la guerra e? i tifosi della Roma sono diventati di destra.
Già, è vero, viviamo in un mondo sottosopra: uno di quei mondi dove se intervisti la ?cantante? Giovanna Marini verifichi che ha già messo sottosopra le ragazzine underground di mezz?Italia facendo riscoprire loro i canti delle mondine e della Resistenza, per non dire dei treni per Reggio Calabria e del lamento in morte di Pier Paolo Pasolini, e soprattutto ti trovi di fronte a una storica veterofemminista (e veterocomunista) che loda i ?valori? della famiglia, dei figli e del focolare domestico.
Giovanna Marini, viso severo e chioma bianca, una che ha la tipica bella faccia ?di sinistra? di chi era già matura anche da giovane (e che per questo non sembrerà mai anziana), è dentro la storia della musica, della cultura popolare e della politica italiana, vista, ovviamente, da quel particolare mondo che militava nel Pci e oltre. Dopo gli anni 70, periodo cui sembrava indissolubilmente legata (e incatenata), Giovanna Marini (nessuna parentela con la soubrette, per intenderci) era come andata ?in sonno?, anche se ha continuato a fare cose egregie, in particolare a studiare e a lavorare con i giovani.
Giovani che ora, grazie all?album inciso con Francesco De Gregori Il fischio del vapore e al successo che ha incredibilmente arriso a canzoni ?arrabbiate? o semplicemente ?dimenticate?, ma vive nel cuore e nei ricordi del movimento operaio, resistenziale, sessantottesco e femminista italiano, l?hanno riscoperta, affollano i suoi concerti (quelli in duo con il ?Principe? e quelli solo suoi) e, pur chiamandola nonna o zia, hanno capito che da una come Giovanna non c?è solo da imparare e ricordare, ma anche da trarre ispirazione, studiare e conoscere.
Del resto, la Marini insegna alla Scuola di musica popolare del Testaccio, un luogo davvero mitico nella storia e nell?immaginario della sinistra romana, una specie di contraltare di quella Banda degli Ottoni che, legata al centro sociale Leoncavallo, a Milano, accompagna con le sue musiche ogni manifestazione che si rispetti.
Anche quelli del Testaccio lo fanno, ma grazie a Giovanna, sempre in prima fila, nei cortei, per la pace come per i diritti dei lavoratori, fanno anche ricerca. Ricerca musicale sulla musica e le tradizioni popolari di un Paese ricco come l?Italia. E scoprono, grazie a lei, che i canti della Passione dei paesi del nostro Sud hanno la stessa bella e pari dignità dei canti delle mondine o di quelli resistenziali.
Intanto lei ha riscoperto il gusto del successo e della popolarità. E il 23 maggio uscirà con un nuovo cd, Buongiorno buonasera.

Buongiorno, Giovanna. Cosa diresti a una ragazza che oggi vuole ?sfondare? nel mondo della musica?
Di studiare il canto gregoriano, Bach e solo dopo tutto il resto. Senza, non si va da nessuna parte. Ho allievi dai 4 ai 16 anni: chi capisce Bach possiede la musica.
Odio le mode, anche quelle della musica cosiddetta ?alternativa?: è come nel mangiare, dopo che hai provato tutto e il suo contrario, che hai mischiato cibi e sapori diversi, ti stufi e torni alla cucina tradizionale, quella sana, antica. Nei giovani, oggi, sento finalmente questa nostalgia di cibi, suoni, cose, tradizioni e dei valori di una volta.
Quando con Francesco abbiamo suonato al Villaggio globale (un vero ?debutto?, per Francesco, che si era sempre rifiutato di suonare nei centri sociali, dopo le brutte contestazioni che aveva ricevuto negli anni 70, infatti era teso come una corda), ho capito ancora di più quanto questi ragazzi e queste ragazze, anche i più alternativi, hanno bisogno del focolare, della conservazione, di ritrovare il loro passato, i loro antenati, tradizioni che possono apparire ?reazionarie?, ma non lo sono, compreso il fare figli e l?amare i bambini.
I miei allievi più piccoli e migliori amano tutti Bach.

Per forza, tutti sanno che porti spesso i tuoi allievi a sentire la musica in chiesa. è vero o è una leggenda metropolitana?
è vero, soprattutto nei momenti liturgicamente importanti, come la Pasqua, per esempio. E non solo a Roma, ma anche a Sessa Aurunca e a Pomigliano d?Arco, a vedere, studiare e soprattutto ascoltare i misteri pasquali e le processioni cantate dal popolo.
Uno spettacolo magico, quello dei canti religiosi e mistici della Settimana santa, che purtroppo, in parte, il Concilio Vaticano II ha abolito dalle cerimonie pasquali, ma che sono il frutto migliore e più bello di secoli di religiosità popolare radicata e autentica.
Momenti veri, di una spiritualità così intensa e viva, che mi commuove ogni volta.

Sei quasi controriformista. Adesso finirà che non sei più né femminista né comunista?
No, figurati, io rivendico tutta la mia storia e le mie scelte. Sul movimento femminista e sulla storia dell?emancipazione femminile, però, bisogna pur riconoscere e far capire alle ?femministe storiche? che le vittorie conseguite si sono come cristallizzate e non producono più senso comune, non incidono più nella vita e nelle scelte delle persone.
Oggi i giovani chiedono più famiglia, più tradizioni, più amore. Trovo sia giusto così. Bisogna ritrovare il ritmo e gli spazi di una visione interiore, serena, ricca di valori.
Bisogna ritrovare il gusto, il piacere e il tempo per leggere un libro, per riscoprire la propria storia, per restituire spazio, senso e dignità anche agli ideali che si professano.
So che non vuoi parlare di politica ma almeno dimmi cosa pensi di questo Papa?
Penso che Giovanni Paolo II sia un grand?uomo che, dopo aver sconfitto il comunismo, ha capito che la nostra società non poteva restare come sottovuoto, senza principi e senza valori, ecco perché lo ammiro e lo seguo.
La Chiesa cattolica si è schierata in modo forte e deciso contro la guerra in Iraq, ma le guerre e i regimi oppressivi non hanno mai spaventato la Chiesa, come dimostra la storia di quella ?Chiesa del silenzio? da cui viene anche questo Papa, quella dell?Est.
Ieri il nemico era il comunismo, oggi è il consumismo: gli Stati Uniti, più che conquistare il mondo, stanno cercando di omologarlo al loro stile di vita e consumi, mondo arabo compreso. è un genocidio delle menti, quello che stanno portando avanti. Il Papa l?ha capito.

Che cosa ha significato, per te, un successo grande e imprevisto come quello del Fischio del vapore ? E cosa stai per fare ora, visto che vai dentro e fuori dallo studio di registrazione?
Il successo di quel disco mi ha spaventato e, in parte, mi spaventa ancora. Credevo fosse merito del nome di De Gregori, che ha uno zoccolo duro e forte di ascoltatori, all?inizio.
Ma quando ha iniziato a vendere 50mila, poi 100mila copie e non si ferma, allora ho capito che era successo qualcos?altro, forse quello che ti dicevo prima, e cioè che parole dalla valenza morale forte possono essere portate a un pubblico vasto, possono essere conosciute e condivise da tanti, e non solo ?riscoperte?, come si dice.
Quando ho visto i ragazzini che cantavano I treni per Reggio Calabria ho temuto che non capissero, poi però sono venuti a chiedermi cosa volevano dire quelle parole, a cosa si riferivano. E allora sì che mi sono commossa.

E ora che cosa facevi in sala di registrazione?
Ora ci riprovo e, sempre grazie a Francesco, mi sono chiusa in studio, nelle Marche, per incidere altre canzoni e altre ballate, da Lamento per la morte di Pier Paolo Pasolini in giù, che amo e che voglio condividere di nuovo con lui, che le ha riarrangiate, e con gli altri.
La cosa più divertente è che i primi a crederci sono quelli della casa discografica Sony?

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