Economia

Adesso la mia Italia è più colorata di Rio

Alzira Da Costa Bahia ha fondato con altre donne straniere la coop sociale Capovolta che si occupa di bambini. Un’esperienza di globalizzazione positiva

di Francesco Agresti

La cooperazione sociale? Un modello da esportare». Alzira Maria Da Costa Bahia, 36 anni, brasiliana, è arrivata in Italia 12 anni fa con una laurea in servizi sociali in tasca. Dopo le prime, temporanee esperienze lavorative riesce, con altre donne straniere e italiane, a costituire una cooperativa sociale che si occupa di infanzia.
Vita: Com?è stato l?impatto con la realtà italiana?
Alzira Maria Da Costa Bahia: Sono venuta in Italia 12 anni fa per seguire Sergio, mio marito, un italiano conosciuto in Brasile. Mi sono stabilita prima a Bergamo e ora vivo a Treviolo, un centro della provincia. Il primo periodo non è stato semplice: oltre ad essere straniera ho dovuto affrontare anche i problemi che solitamente incontra chi ha da poco avuto un bambino.
Vita: In Brasile di cosa si occupava?
Da Costa Bahia: Dopo aver terminato gli studi, laureandomi in Servizi sociali, lavoravo in un centro fondato da un salesiano che forniva assistenza ai bambini di strada a Belém nella regione del Parà, nel Nord del Brasile. La mia condizione di mamma mi ha spinto a conoscere altre donne che stavano vivendo la maternità, così ho contattato l?associazione Donna Internazionale di Bergamo composta da donne immigrate e italiane. Grazie a questa organizzazione ho conosciuto delle persone che lavorano nella cooperazione sociale, e mi sono subito identificata con la realtà delle cooperative per via dello spirito che le anima, per il senso di appartenenza a un gruppo che condivide con te alcuni ideali e che fa degli obiettivi comuni un punto di forza. Una realtà per me nuova. In Brasile, infatti, non ci sono organizzazioni come le cooperative sociali.
Vita: Poi cosa è successo?
Da Costa Bahia: Nel frattempo i figli da uno sono diventati tre, che oggi hanno 7, 9 e 11 anni. Io ho iniziato a collaborare con alcune cooperative che si occupavano di bambini handicappati e della gestione di spazi ricreativi.Con altre donne dell?associazione ci siamo rivolte al Consorzio Solco di Bergamo perché volevamo costituire una nostra cooperativa sociale. Abbiamo seguito un percorso formativo nell?ambito del programma comunitario Now. Al termine del corso di formazione, tre anni fa, con il supporto delle altre cooperative del consorzio Solco, insieme ad altre 13 donne, 11 italiane e 2 straniere (un?albanese e una giapponese), abbiamo dato vita alla cooperativa sociale, di tipo A, Capovolta che si occupa di servizi all?infanzia. Attualmente siamo 16 soci e abbiamo nuove richieste di adesione. E complessivamente nella nostra cooperativa lavorano 40 persone.
Vita: Un?esperienza da consigliare?
Da Costa Bahia: Senz?altro. La cooperazione sociale è un modello da esportare per ?globalizzare? la solidarietà.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.