Non profit

Processo a una legge che non funziona. Il donator punito

I numeri del fisco. Gli italiani donano, ma non godono delle detrazioni. Perché? Pochi vantaggi e troppe complicazioni.

di Benedetta Verrini

C?è chi lo fa e basta. E chi decide di avvalersene fiscalmente. è la grande forbice che separa gli italiani nell?ambito delle donazioni al non profit. Tantissimi, ogni anno, versano denaro a favore della solidarietà, ma solo alcuni conservano la ricevuta di versamento per richiedere la detrazione nella denuncia dei redditi. La differenza sta tutta in un confronto (empirico finché si vuole, ma significativo) tra i dati pubblicati la settimana scorsa da Fiscooggi, il notiziario dell?Agenzia delle Entrate, e quelli della Doxa nella ricerca Imprese, consumatori e solidarietà pubblicati all?inizio dell?anno. Il Fisco ha rilevato un notevole aumento della propensione alla solidarietà ?leggendo? le denunce dei redditi (Unico e 730) degli ultimi tre anni: nel 2001 i contribuenti italiani che hanno aperto il portafoglio per beneficenza sono stati il 73% in più, e il peso finanziario delle erogazioni è aumentato addirittura del 100%. Si tratta di circa 780mila contribuenti ?filantropi?, che hanno donato alla galassia delle onlus un totale di 144 milioni di euro. Quattro su dieci Un boom, un exploit, un record? No, una goccia rispetto alla realtà. Secondo la Doxa, infatti, gli italiani donatori sono ben 19 milioni (quattro su dieci). E il totale delle donazioni effettuate da questo esercito di benefattori viene stimato in 1,1 miliardi di euro, pari a oltre 2.200 miliardi di lire. “C?è senz?altro un gap tra chi dona e chi, poi, decide di avvalersene fiscalmente”, spiega Domenico Lacquaniti, funzionario dell?ufficio Relazioni esterne dell?Agenzia delle Entrate, impegnato nello studio di queste tematiche. “Ci sono diversi fattori legati a questo fenomeno. Molti italiani, ad esempio, ancora non sanno di avere questa opportunità. Altri richiedono la detrazione per somme devolute a realtà che non sono onlus, e quindi non possono avvalersene. Altri ancora preferiscono non richiedere un vantaggio fiscale su un contributo dato per solidarietà”. E poi, c?è la vasta schiera di chi non richiede la detrazione fiscale semplicemente perché? ha poco interesse. Il sistema fiscale, in Italia, non premia chi dona: i privati possono detrarre dall?imposta lorda il 19% delle donazioni in denaro, per un importo comunque non superiore a 2.065,83 euro. E la marea dei piccoli donatori, quelli che versano 20 o 50 euro, non si danno pena di richiedere uno sgravio che va da 4 a 10 euro. Il caso Telethon Ne sa qualcosa Telethon che, da sola, con la sua celebre maratona tv, raccoglie circa 5-600mila donatori ogni edizione. “Spediamo decine di migliaia di ricevute a chi ha donato con carta di credito”, spiega il direttore Angelo Maramai. “Non è detto, però, che vengano conservate e utilizzate. Il problema è che gli italiani non hanno una grande cultura della detrazione fiscale e questo, forse, è il risultato della disattenzione legislativa e della frammentazione delle misure nei confronti del settore non profit”. Tra gli interventi ?a spot?, c?è il sostegno previsto nell?ultima Finanziaria a favore della ricerca oncologica: è stata prevista la deducibilità per le donazioni effettuate nei primi 4 mesi del 2003. Non si sa ancora se la misura, così temporanea, abbia favorito un effettivo incremento delle donazioni. “Mi spiego la temporaneità solo in quanto, forse, c?è la previsione di nuove disposizioni fiscali. Altrimenti, non è che possiamo preoccuparci del cancro solo fino ad aprile, e poi a maggio pensare ad altro”, commenta Salvatore Pettinato, avvocato tributarista. In questo senso, l?obiettivo della campagna + Dai – Versi sta proprio nella possibilità di avere un testo univoco cui fare riferimento “e che porta con sé un valore etico fortissimo”.

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