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I militanti dell’Arci in assemblea. La politica nel dna

Nel senso di polis e di attenzione ai movimenti. Così l’associazione si prepara a discutere di molti temi caldi.

di Redazione

Agnoletto, Bertinotti, Bernocchi, Casarini. Cofferati, Cossutta, Giuliani, Pardi. A scorrere la lista degli invitati dell?assemblea nazionale Verso un mondo diverso di Bologna del 9, 10 e 11 maggio si potrebbe pensare di assistere al lancio di una nuova formazione politica, a cavallo tra Prc e Ds, Cofferati e no global. E invece si parla di Arci e dunque di un?associazione. Cosa c?entrano globalizzazione liberista, referendum sull?articolo 18 e guerra in Iraq? C?entrano, almeno quanto c?entra la sinistra, con la antica storia della stessa Arci. All?inizio, infatti, c?erano le Case del popolo, di comunista (e popolare) memoria. Poi arrivarono i circoli ricreativi, i cineclub, i mille filoni dai nomi più bizzarri (dall?Arcigola all?Arcicaccia, l?Arcigay fa storia a sé), subendone gli influssi e anche le mode, non sempre positive, e risentendo dei colpi e dei contraccolpi della storia del suo fratello maggiore, il Pci-Pds. Non a caso l?Arci si ripensa e si rilancia dal 1995, in piena Seconda repubblica, consapevole che deve affrontare nuovi compiti e lanciare nuove sfide. Pace, immigrazione, solidarietà e promozione sociale segnano gli orizzonti. Oggi che l?Arci è un pezzo importante della Banca etica come del Forum del Terzo settore, più di qualcuno storce il naso di fronte all?eccessiva ?politicizzazione? delle sue scelte. “Forse perché la nostra forza di associazione libera e autonoma a qualcuno fa paura”, sorride Tom Benetollo, infaticabile presidente nazionale. Un milione e 200mila iscritti, 5.500 circoli in tutt?Italia (ad alta concentrazione nelle ?regioni rosse?, naturalmente, e più deboli al Sud), un direttivo e un consiglio nazionale (di 135 membri, eletto dal congresso) che ne determinano linea e battaglie, ma anche un consiglio ?dei regionali? che rimarca la struttura ?federativa e federalista?, un turn-over interno alto, che si fa punto d?onore di un?iscrizione che va rinnovata ogni anno: questi i numeri dell?Arci. E le intese con sinistra Ds e Prc? La volata tirata a Cofferati? L?intesa con i no global? “Rispettare il nostro dna”, ribatte Benetollo, “vuol dire collette pro Jugoslavia o Iraq come tombolate nei circoli. La promozione sociale vuol dire stare dentro i movimenti. Il sociale ha sempre una forte politicità. Facciamo parte della polis e lo rivendichiamo”. Maurizio Mumolo, dell?esecutivo, responsabile dell?area volontariato, parla “di un?associazione di volontari, ma non di volontariato”, di un mix tra “promozione sociale, formula cooperativa e lavoro singolo tipico dei volontari”, ci tiene a mettere l?accento sulla lotta alla Bossi-Fini, sul festival antirazzista di Cecina, ma anche sui progetti come la Festa della musica. “Ma alla base di ogni progetto”, spiega, “c?è una scelta. Politica. Nel senso di vivere nel presente, nel territorio e nelle contraddizioni di questo tempo”.

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