Mondo
Iraq, fallisce l’offensiva mediatica Usa
I notiziari americani sottotitolati sono stati un flop, gli iracheni preferiscono le televisioni iraniana e arabe
Gli Stati Uniti sembrano, al momento, perdere colpi nella battaglia mediatica in Iraq. I mezzi d’informazione controllati dagli Usa sono pochi; l’esperimento di trasmettere i notiziari televisivi americani sottotitolati in arabo, e’ durato un mese e si e’ concluso con un insuccesso, ed il vuoto lasciato dalla fine delle trasmissioni del regime e’ stato riempito dalla televisione iraniana e da altri network arabi. Immediatamente dopo la guerra, con la caduta del regime, l’Iraq e’ diventato ”un territorio vergine, pronto per essere conquistato” ha spiegato un anonimo giornalista arabo. ”Gli iraniani sono stati l’unico concorrente a partecipare alla gara” per quanto riguarda la trasmissioni ricevibili con una normale antenna televisiva, ha aggiunto il giornalista. Fin dal febbraio scorso, infatti, sono iniziate le trasmissioni di ”al Alam”, un canale iraniano in lingua araba, specificatamente indirizzato al pubblico dell’Iraq.
Al Alam e’ particolamente popolare nel sud dell’Iraq, dove e’ piu’ forte la presenza degli sciiti. ”Non sono troppo aggressivi – ha dichiarato il giornalista arabo – Sono stati molto furbi. Hanno parlato male di Saddam, ma allo stesso tempo si sono occupati della presenza americana dicendo agli iracheni di riassumere quanto prima il governo del Paese. Hanno acquistato credibilita’ e gli sciiti in Iraq pensano che questo sia il loro canale”. Il Pentagono vede con preoccupazione il sucesso delle trasmissioni di al Alam, considerandolo come un ulteriore segnale della crescente influenza degli iraniani presso la maggioranza sciita in Iraq. Allo stesso tempo, la diffusione di parabole satellitari, proibite durante la dittatura, permette agli iracheni di ricevere altri canali arabi, spesso non graditi a Washington.
Rispetto all’offensiva mediatica degli iraniani, gli Usa appaiono in difficolta’. Un canale televisivo, prodotto dal governo Usa, e trasmesso sull’Iraq dagli Hercules C-130 del Commando Solo, e’ durato solo un mese. Nei giorni della presa di Baghdad, Washington aveva richiesto al ”Broadcasting Board of Governors”, l’agenzia federale indipendente che si occupa delle trasmissioni per l’estero del governo americano, di avviare subito dei programmi specifici per la popolazione irachena. Dell’impresa fu incaricato Norm Pattiz, presidente del canale radiofonico Westwood One e ideatore del sucesso di Radio Sawa, molto ascoltata nel medioriente. Nel giro di due giorni, in aprile, con uno stanziamento di 175 mila dollari, Pattiz organizzo’ sei ore di trasmissioni, realizzate montando i notiziari dei principali network Usa (Cbs, Nbc, Abc, Fox e Pbs; ma non la Cnn) sottotitolati in arabo, piu’ un’ora di programmi in arabo realizzati dallo staff di Radio Sawa.
Dopo un mese, pero, i fondi sono finiti e lo stanziamento non e’ stato rinnovato. L’ultima trasmissione e’ andata in onda giovedi’ scorso. Sembra che il programma non sia riuscito a far breccia presso il pubblico iracheno: ”Ogni giorno di piu’ – ha detto un giornalista – i nostri notiziari diventavano irrilevanti per il pubblico iracheno”, assolutamente indifferente ai casi di cronaca che, verificatisi negli Stati Uniti, appassionano il pubblico americano.
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