Medio Oriente
Gaza, più di 3.450 bambini uccisi
Oltre 6.300 i bambini feriti. Ciò significa che a Gaza più di 420 bambini vengono uccisi o feriti ogni giorno. Lo rende noto il fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia - Unicef. «Fin dai primi giorni di queste ostilità senza precedenti nella Striscia di Gaza, l'Unicef è stato chiaro sulla necessità di un immediato cessate il fuoco umanitario, di far arrivare gli aiuti e di liberare i bambini rapiti», dice il portavoce James Elder
di Redazione
«Fin dai primi giorni di queste ostilità senza precedenti nella Striscia di Gaza», dice il portavoce dell’Unicef James Elder alla conferenza stampa di oggi al Palazzo delle Nazioni di Ginevra, «l’Unicef è stato chiaro sulla necessità di un immediato cessate il fuoco umanitario, di far arrivare gli aiuti e di liberare i bambini rapiti. Come molti altri, abbiamo implorato la cessazione dell’uccisione dei bambini».
Dopo poco più di tre settimane, il bilancio devastante si sta rapidamente aggravando, con gravi violazioni dilaganti commesse contro i bambini. Secondo il Ministero della Sanità palestinese, a Gaza sarebbero stati uccisi più di 8.300 palestinesi, tra cui più di 3.400 bambini, con oltre 6.300 bambini feriti. Ciò significa che più di 420 bambini vengono uccisi o feriti a Gaza ogni giorno. La violenza perpetrata contro i bambini si estende oltre la Striscia di Gaza. In Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, secondo le notizie, sarebbero stati uccisi almeno 37 bambini. E, secondo le notizie, più di 30 bambini israeliani sarebbero stati uccisi, mentre almeno 20 rimangono in ostaggio nella Striscia di Gaza – il loro destino è sconosciuto.
Gaza è diventata un cimitero per migliaia di bambini. Per tutti gli altri è un inferno
«Più di un milione di bambini a Gaza – ovvero tutti i bambini – vivono anche una crisi idrica», spiega f James Eld. «La capacità di produzione idrica di Gaza è pari ad appena il 5% della sua produzione giornaliera abituale. La morte dei bambini – in particolare di quelli con meno di un anno – per disidratazione è una minaccia crescente. Questo è ciò che ha detto una mia collega dell’Unicef, Nesma, che vive e lavora a Gaza. Ha due figlie, Talia di 4 anni e Zain di 7 anni: “Mi spezza il cuore vedere bambini intorno a me che cercano una tazza d’acqua pulita e non riescono a trovarla. Zain continua a chiedere acqua normale” Intende acqua potabile sicura, non acqua salata che è l’unica opzione al momento e che sta facendo ammalare Zain, 7 anni, e molti altri bambini».
ll trauma
«Quando i combattimenti cesseranno, il costo per i bambini e le loro comunità sarà sostenuto dalle generazioni a venire. Prima di quest’ultima escalation, più di 800mila bambini di Gaza – tre quarti dell’intera popolazione di bambini – avevano bisogno di assistenza psicosociale e per la salute mentale. Ciò prima di quest’ultimo incubo. La stessa collega Nesma, che ha parlato della sua bambina di 7 anni che chiedeva disperatamente acqua pulita, ha spiegato il trauma che sta vivendo la sua bambina di 4 anni. Talia, quattro anni, mostra gravi sintomi di stress e paura e ora soffre di comportamenti autolesionistici: si strappa i capelli e si gratta le cosce fino a farle sanguinare. Eppure, come spiega la madre: “Non posso permettermi il lusso di pensare alla salute mentale delle mie figlie. Continuo a ripetermi: Nesma, tienile in vita. E quando tutto questo finirà, fornirò loro supporto mentale e cure mediche“. Perciò ribadiamo, a nome di Talia e Zain e degli altri 1,1 milioni di bambini di Gaza che vivono in un incubo: abbiamo bisogno di un cessate il fuoco umanitario immediato. E tutti i valichi di accesso a Gaza devono essere aperti per consentire l’accesso sicuro, prolungato e senza ostacoli degli aiuti umanitari, compresi acqua, cibo, forniture mediche e carburante. E se non ci sarà il cessate il fuoco, l’acqua, le medicine e il rilascio dei bambini rapiti? Allora ci precipitiamo verso orrori ancora più grandi che affliggono bambini innocenti».
Nel frattempo, la poca acqua pulita rimasta a Gaza si sta rapidamente esaurendo, lasciando più di 2 milioni di persone in grave difficoltà. Secondo le stime Unicef, il 55% delle infrastrutture di approvvigionamento idrico necessita di riparazioni o riabilitazione. Solo un impianto di desalinizzazione è in funzione ad appena il 5% della capacità, mentre tutti e sei gli impianti di trattamento dei rifiuti idrici di Gaza non sono operativi per mancanza di carburante o di energia. La mancanza di acqua pulita e di servizi igienici sicuri sta per diventare una catastrofe. Se non verrà ripristinato con urgenza l’accesso all’acqua potabile, un numero sempre maggiore di civili, compresi i bambini, si ammalerà o morirà per disidratazione o per malattie trasmesse dall’acqua.
Photo © Saher Alghorra/Avalon/Sintesi
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