Volontariato

Apologia del limite (senza, non c’è pace)

Claudio Imprudente, disabile, ha presentato a Padova la sua autobiografia. Un libro irrinunciabile, per intelligenza e profondità di spirito.

di Redazione

Questo brano è tratto da Una vita imprudente di Claudio Imprudente (Erickson, 15,90 euro), presentato a Civitas. L?autore è presidente del Centro documentazione handicap di Bologna. La nostra vita è fatta di limiti, di confini; è come una spiaggia che costeggia il mare dell?eternità! Se ci pensi nasciamo e moriamo, abbiamo un inizio e una fine. Sono due limiti ben precisi questi! Possiamo protestare, arrabbiarci, dire che non è giusto: ma la vita è questa! Ma quanti altri limiti abbiamo: ogni giorno dobbiamo mangiare, bere, respirare, fare i bisogni, andare a dormire e, se usciamo dalla sfera prettamente biologica, abbiamo orari da rispettare, norme da osservare? Sai che cosa fa la differenza? Il come si vivono questi istanti che nascono e muoiono e che compongono la nostra vita. è la qualità della vita che importa, e non il limite! Il limite disegna solo un contorno alla nostra libertà, le dà un po? forma, è necessario in questo senso. Ma se gli diamo troppa importanza ecco che ci opprime, inizia a soffocarci. Quella che chiamo normodotata grave è la persona prigioniera dei suoi limiti, delle sue convinzioni, timorosa di uscire dai propri schemi. Io, invece, ho scelto di pensare a me stesso come a un individuo originale, non a una brutta copia del normodotato: ho scelto di essere me stesso fino in fondo, cercando di accettare il limite causato dal mio deficit, soprattutto perché ho cercato di accettare il limite derivante dalla mia condizione di essere umano. è la sfida di ogni giorno: non è che uno può accettare il limite una volta per tutte, ma ogni giorno è una lotta, è una fatica e anche una ricompensa, un?avventura che vale la pena di essere vissuta. Ti dicevo che un?immagine che amo molto è quella di Gesù che cammina sulla spiaggia assieme a noi, cammina sul limite, lo misura, ci sta bene, gli vuole bene. Ci pensi? Senza la terra il mare non avrebbe pace, non potremmo costruire nulla, saremmo senza regole, in balìa del divenire; senza il mare la terra diventerebbe tutta certezze e regole, senza la fluidità dell?acqua si trasformerebbe in un deserto invivibile e arido, sarebbe solida e salda ma non più aperta al mondo del mare ignoto.


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