Mondo

Iraq, gli Usa tornano all’Onu

Washington presenterà oggi pomeriggio una bozza di risoluzione che prevedete la cancellazione delle sanzioni economiche e un mandato di 12 mesi per Usa e Gb

di Stefano Arduini

La nuova bozza di risoluzione sull’Iraq che Washington, Londra e Madrid presenteranno stamane (il primo pomeriggio in Italia) al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite prevede la cancellazione delle sanzioni economiche introdotte nel 1990 ma anche la concessione di un mandato di almeno 12 mesi a Stati Uniti e Gran Bretagna per la supervisione della gestione delle risorse finanziarie del Paese. I due Paesi leader della coalizione militare che ha deposto il regime di Saddam Hussein agiranno come ”Autorita’ transitoria” dell’Iraq, avvalendosi della consulenza di istituzioni come le Nazioni Unite, la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale e del governo ”ad interim” iracheno in via di formazione, secondo quanto anticipa il New York Times.

Tutti i nuovi proventi della vendita di greggio e almeno 3 miliardi di dollari nelle casse del programma ”petrolio in cambio di cibo” saranno trasferiti a un ”Fondo di assistenza per l’Iraq” appoggiato alla Banca centrale irachena, attualmente presieduta da Peter McPherson, ex vice segretario al Tesoro americano. Nel Fondo confluiranno anche tutti gli aiuti internazionali ed eventuali beni del regime all’estero che tutti i Paesi della comunita’ internazionale sono chiamati a sequestrare e trasferire in Iraq. La bozza di risoluzione prevede la fine graduale, lungo l’arco di quattro mesi, del meccanismo di ‘petrolio in cambio di cibo’, in base al quale l’Onu autorizza dal 1996 l’acquisto di cibo, medicine e merci con i redditi della vendita di una quota limitata di petrolio iracheno. In questo periodo quindi verranno onorati contratti gia’ approvati, compresi quelli firmati dalla Russia per un valore di 1,5 miliardi di dollari.

Il Fondo sara’ utilizzato per ricostruire il Paese e distribuire aiuti umanitari ”sotto la direzione” dell’autorita’ provvisoria che operera’ ”in consultazione” con il governo ”ad interim” iracheno che dovrebbe insediarsi a Baghdad entro la fine di questo mese. Un Consiglio consultivo formato da rappresentanti del Consiglio di sicurezza dell’Onu della Banca mondiale, dall’Fmi e da ”istituzioni regionali” controllera’ la gestione del Fondo e nominera’ i revisori indipendenti.

Oltre a essere rappresentante in questo Consiglio consultivo, le Nazioni Unite sono chiamate anche a nominare un ”coordinatore speciale” per l’Iraq che lavorera’ ”insieme all’Autorita’ e agli iracheni per il ripristino o la fondazione di istituzioni di governo nazionali e locali”. La missione del coordinatore sara’ anche quella di ”coordinare organizzazioni nazionali e regionali”, autorita’ locali, donatori e istituzioni finanziarie internazionali. Tutti i Paesi della comunita’ internazionale sono chiamati inoltre a ”prendere misure appropriate” per assicurare il ritorno in Iraq dei tesori archeologici rubati dal Museo di Baghdad subito dopo l’arrivo delle truppe americane nella capitale. Nessun ruolo e’ invece previsto alla missione degli ispettori sul disarmo di Hans Blix. Sostituiti da una ”task force” americana di oltre duemila persone e presieduta da un generale dei servizi di intelligence militare di cui tuttavia non si fa cenno nella risoluzione.

Il rappresentante permanente americano all’Onu, l’ambasciatore John Negroponte, si e’ detto convinto che la nuova risoluzione potra’ essere approvata ”entro le prossime due settimane”. Washington si attende perfino un voto all’unanimita’ che potrebbe, almeno in parte, ricucire lo strappo del mancato voto di una seconda risoluzione per l’autorizzazione all’uso della forza contro Saddam Hussein. Ieri il segretario di Stato, Colin Powell, ha parlato con il ministro degli Esteri francese, Dominique de Villepin, e con quello tedesco, Joschka Fischer. Mentre l’Assistente segretario di Stato, Kim Holmes, ha incontrato il ministro degli Esteri russo, Igor Ivanov. Nelle prossime ore Holmes e’ atteso a Berlino per un altro giro di consultazione con esponenti del governo tedesco.

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