Famiglia

Ue, ecco i numeri dell’esercito europeo

Dall'aprile dell'anno prossimo il generale italiano Rolando Mosca Moschini guiderà gli oltre 100mila uomini (20mila italiani) della forza armata continentale

di Redazione

Circa centodiecimila militari, di cui ventimila italiani: e’ la consistenza del futuro esercito europeo, la nuova struttura di Difesa Ue che ha trovato il suo riconoscimento ufficiale nella ‘Dichiarazione d’impegno delle capacita’ militari’ da parte dei Quindici a Bruxelles, il 20 novembre del 2000. E che, dall’aprile del 2004, sara’ guidata dal generale Rolando Mosca Moschini, ora capo di stato maggiore della Difesa italiana, designato oggi a Bruxelles a capo del comitato militare dell’esercito europeo. Nella Dichiarazione del 2000 vennero definiti i contributi che ciascun Paese avrebbe assicurato al nuovo esercito continentale. L’Italia mettera’ in campo 20mila militari per assicurare una forza di pronto impiego di circa 12mila soldati. Il nostro Paese dovrebbe concorrere allo strumento militare europeo con 19 navi, 47 aerei da combattimento e un’aliquota di 150 carabinieri. Analogo il contributo della Francia in termini numerici, mentre la Gran Bretagna dovrebbe attestare la propria quota sui 19mila soldati e la Germania sui 17mila. Nelle intenzioni dei Quindici, il nuovo esercito non dovrebbe prendere il posto della Nato, ma costituire una risorsa complementare all’Alleanza Atlantica da impiegare in missioni umanitarie e in presenza di situazioni di crisi e di instabilita’. Dopo il traguardo dell’Unione monetaria, questa nuova struttura viene considerata uno dei pilastri fondamentali per il processo di progressiva integrazione europea. La forza di reazione rapida militare europea consentira’ di impiegare contemporaneamente fino a 60mila militari per l’invio in missione operativa. La forza armata Ue contera’ in tutto su 100 unita’ navali e circa 400 aerei da combattimento. Un passo decisivo verso la formazione di un vero esercito europeo venne compiuto il 10 e l’11 dicembre 1999 ad Helsinki. In quell’occasione il Consiglio d’Europa decise che gli Stati membri avrebbero organizzato una forza militare significativa in grado di essere schierata in 60 giorni ed operare per almeno un anno. Si parlo’ in un primo momento di 60mila uomini, saliti poi a piu’ di centomila. Un banco di prova operativo per una nuova forza militare europea puo’ essere considerato l’impegno multinazionale nell’operazione ‘Concordia’, alla quale l’Italia concorre con 25 militari. La missione a guida Ue, iniziata il 1 aprile scorso, punta al mantenimento della stabilita’ in Macedonia, compito finora assicurato dalla missione Nato ‘Allied Harmony’. L’operazione ricorre ad alcune capacita’ ed assetti dell’Alleanza Atlantica, pur facendo capo ad una linea di dipendenza autonoma. A questo riguardo, presso il Supreme Headquarters of Allied Powers in Europe (Shape) e’ stato costituito un Eu Operation Headquarters


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA