Cooperazione
Ucraina, diminuisce il numero degli sfollati interni ma aumentano i bisogni umanitari
Nel Paese 17,6 milioni di persone, il 49% dell'attuale popolazione, hanno ora bisogno di assistenza umanitaria. «L’assistenza legale e sociale», spiega Martina Mannocchi, capo programma di Intersos per l’Est dell’Ucraina, «sono tra i bisogni che riscontriamo di più. Lavorare nel settore della protezione ci permette di costruire anche risposte a medio termine»
di Anna Spena
Svitlana cresce da sola due figli: uno di 13 anni, l’altra di appena uno, che da quando è nata ha visto solo questo: la guerra. Il 24 febbraio 2022 ha segnato un prima e un dopo nella vita di tutti gli ucraini.
E quindi anche per Svitlana, che incinta di sette mesi è scappata dal villaggio di Andiivka, a circa 10 chilometri a sud della città di Bakhmut, a Pokrovsk, sempre nella regione del Donetsk. Quando la figlia è nata, Svitlana non è tornata in quella che era casa sua. Ma ha trovato un appartamento un po’ fatiscente a Pokrovsk e lì si è trasferita. Il suo villaggio d’origine ormai è stato quasi tutto distrutto dai bombardamenti russi. Prima Svitlana poteva contare sull’aiuto della madre, ma lei ha avuto un ictus, e ora non si muove più. Quindi Svitlana si prende cura anche di lei. I suoi figli li manda a letto vestiti per “essere sempre pronti a scappare”.
Svitlana ha paura, come tutti, e si sente avvilita: non ha più soldi per soddisfare i bisogni primari dei suoi figli e di sua madre. In Ucraina oggi ci sono 17,6 milioni di persone – il 49% dell’attuale popolazione – che hanno ora bisogno di assistenza e protezione umanitaria. Avevamo scritto in questo pezzo “Ucraina,la guerra dei fragili”, che la guerra ha reso tutti scoperti e fragili, ma per chi era fragile lo era anche prima, il conflitto è più doloroso ancora. Ed è proprio a quei fragili che guarda l’organizzazione umanitaria Intersos.
L’organizzazione è presente nel Paese fin dalla primissime settimane del conflitto: dalle distribuzioni di beni essenziali, alla protezione. Dall’assistenza medica alla tutela dei diritti. Oggi Intersos è operativa a Leopoli, Vynnitsia, Odessa e Poltava, nelle regioni di Dnipro, Charkiv, Zaporizhzhia, Mykolaiv e anche Donestsk. Lavora nel Paese con 200 persone, solo 18 sono staff internazionali, la stragrande maggioranza è staff locale perché per parlare alla comunità, bisogna conoscere la comunità, farne parte. Dal 2022 l’ong si è concentrata su un progetto, supportato dall’Unione europea, che lavora sulla relazione “uno ad uno” per cercare di rispondere a chi ha bisogno. E soprattutto ai bisogni dei più fragili. Svitlana è una di loro, si è rivolta ad Intersos quando l’organizzazione ha allargato il suo progetto di assistenza anche nella regione di Donetsk, nello specifico nell’area di Pokrovs. In questa area l’ong ha attivato un’unità mobile composta da un team di tre operatori sociali e poi lavora in sinergia – per fare rete – con le amministrazioni pubbliche e le associazioni locali. «Questa è un’area molto vasta», dice Martina Mannocchi, capo programma di Intersos per l’Est dell’Ucraina. «Un’area che comprende 14 distretti per un totale di 200.900 abitanti. Tra loro anche 37.400 sfollati interni. La popolazione prima dello scoppio della guerra raggiungeva le 405mila persone. Il solo distretto di Pokrovsk ospita 57.500 persone, di cui 9mila sfollati interni».
Gli operatori di Intersos hanno preso in carico la sua situazione e la monitorano, le hanno anche fornito dispositivi di assistenza per la madre. Intanto l’Ucraina si prepara ad affrontare un altro inverno. Gli attacchi russi si sono intensificati nella regione di Kharkiv. «I bisogni umanitari in Ucraina sono tantissimi, ma non sono sempre gli stessi», spiega Mannocchi. «Comparando i dati vediamo che il numero degli sfollati interni è diminuito. O almeno le persone tendono a lasciare villaggi e città sotto assedio ma rimangono nello stesso Oblast, per non allontanarsi troppo. Il dato attuale è di circa 5 milioni di sfollati interni, le regioni con più sfollati sono Kharkiv, Dnipropetrovsk, Kyiv, a fronte degli oltre sette milioni registrati nell’aprile del 2022». Le organizzazioni umanitarie si aspettano anche «un aumento dei bisogni legati all’inverno, qui le temperature raggiungono anche i meno venti gradi». E sempre più importanti diventano gli interventi nel settore della protezione: «Gli interventi di protezione», spiega Mannocchi, «servono a garantire anche risposte a medio termine. L’assistenza sociale e legale rimangono due dei bisogni che riscontriamo di più».
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