Non profit

Assistere ai concerti fuori dal… ghetto

Per una persona diversamente abile é difficile assistere a spettacoli musicali all'aperto.

di Franco Bomprezzi

Sta per aprirsi di nuovo la stagione dei concerti all?aperto: è mai possibile che per assistere come un normale spettatore, io che sono una persona disabile in sedia a rotelle, debba compiere una trafila che non finisce mai, dalla prenotazione fino all?assegnazione del posto? E che se vado con la mia ragazza lei debba andare a sistemarsi da un?altra parte, perché c?è lo ?spazio per i disabili?? Giovanni, Firenze
È uno dei temi più assurdi e tragicamente veri di questo 2003. Fino a oggi i grandi organizzatori di concerti (quelli da stadio o palasport, per intenderci), hanno seguito delle regole ?fai da te?, cercando di interpretare il diritto a partecipare agli spettacoli da parte anche delle persone disabili secondo la logica del minor numero di problemi possibile. E dunque, anche per una normativa sulla sicurezza che è assai rigida, hanno scelto la strada dei ?recinti?, dei percorsi obbligati, delle prenotazioni per fax, dello sconto per l?accompagnatore, salvo poi lasciare tutti insoddisfatti. In realtà il problema non è affrontato in termini chiari da nessuna normativa di legge. In questo vuoto si inserisce un fenomeno crescente di episodi poco simpatici (spazi inadeguati, visuale pessima, parcheggi lontanissimi, precedenza a chi arriva prima, e così via). Un anno fa a Civitas sembrava che si aprisse uno spiraglio di confronto tecnico, grazie a un convegno promosso da Stampa Veneta. A distanza di un anno, purtroppo, devo constatare che il lettore ha ragione, e che non sono stati fatti passi in avanti. L?impressione è che anche gli artisti, spesso testimonial di campagne di solidarietà o impegnati in partite benefiche, non si siano mai preoccupati seriamente (salvo qualche lodevole eccezione) di questo problema, per ignoranza, per superficialità, per una malintesa delega ai promoter di turno. E così il cittadino disabile, che vorrebbe solo pagare un biglietto e godersi normalmente un concerto, è sicuramente vittima di un sistema arcaico e discriminatorio. Grazie della segnalazione: anche il divertimento è un diritto essenziale, non solo la fisioterapia.

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