Non profit

Uniti per la sussidiariet

Il principio che riconosce il ruolo fondamentale dei corpi intermedi nella societ

di Redazione

Una grande petizione popolare a favore della sussidiarietà. Questa l’iniziativa che tutto il Terzo settore italiano lancerà il prossimo 4 giugno per chiedere al Parlamento di introdurre nella nuova Costituzione la sussidiarietà, un principio fondamentale per la vita stessa della nostra società. Obiettivo della petizione, raccogliere almeno mezzo milione di firme tra tutti i cittadini tramite varie iniziative promosse dalle oltre 120 organizzazioni che sostengono il documento. La richiesta parte proprio in questi giorni dato che nelle prossime settimane le Camere dovranno esaminare di nuovo il testo costituzionale licenziato dalla commissione Bicamerale, per apportarvi eventuali modifiche. In tale testo, è sottolineato nella petizione stessa, la sussidiarietà non è stata inserita in modo pieno e soddisfacente. Appare del tutto inadeguata, infatti, la formulazione contenuta nell’articolo 56, laddove si afferma genericamente «il rispetto delle attività svolte dall’autonoma iniziativa dei cittadini anche attraverso le formazioni sociali»: troppo poco per garantire ai corpi intermedi libertà di azione e di risposta ai bisogni dei cittadini. Il Terzo settore italiano chiede dunque al Parlamento che riconosca alle proprie organizzazioni la capacità di offrire un servizio pubblico, e che quindi le valorizzi e le finanzi direttamente come le più vicine agli interessi dei cittadini. In attesa di arrivare in molte piazze italiane per la raccolta di firme, nel frattempo la petizione ha già raggiunto i palazzi della politica. La scorsa settimana infatti alcuni rappresentanti del Forum del Terzo settore hanno portato il testo ai presidenti di Camera e Senato, Luciano Violante e Nicola Mancino, ottenendo da loro attenzione e incoraggiamento. «Il presidente Mancino si è detto molto sensibile al problema» dice Luigi Bobba, presente all’incontro. «Ha condannato la tendenza a considerare il mercato come regolatore di tutto, osservando però anche che si sta facendo strada una nuova maturità da parte dei soggetti della società civile che ha bisogno di un riconoscimento istituzionale e perfino costituzionale. Anche Luciano Violante è stato molto attento alle nostre richieste, dimostrandosi un interlocutore valido e privo di pregiudizi». La petizione, dal significativo titolo “Il futuro del Paese nelle mani dei cittadini”, rappresenta tra l’altro un’importante espressione di unità di tutte le formazioni della società civile, come nota ancora Luigi Bobba: «Sulla sussidiarietà le forze poltiche si sono divise, noi invece, rafforzati anche dal patto firmato con Prodi a Padova, ora sappiamo portare avanti le istanze che ci riguardano in modo unitario, con un linguaggio comune, senza accendere ceri a nessuno». Recependo in pieno il principio di sussidiarietà l?Italia potrà così entrare in Europa anche in questo settore. Già da tempo infatti la stragrande maggioranza degli altri Stati europei valorizzano il ruolo degli enti non profit nella struttura dello stato sociale. E non ci riferiamo soltanto ai Paesi anglosassoni, o a Francia e Germania: anche le Costituzioni di Stati quali Irlanda, Spagna e perfino di alcune nazioni dell?Est già da tempo riconoscono la sussidiarietà come principio fondante. Vogliamo essere da meno? ?


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