Formazione
Va in scena unAlgeria nemica dellintegralismo
Scene di vita quotidiana in una capitale straziata dalla guerra civile. Fra danze popolari e canzoni di Edith Piaf. Così una compagnia teatrale combatte i pregiudizi
di Redazione
Periferia di Algeri. Due donne hanno appena finito di stendere il bucato e si siedono, aspettando che asciughi. Dalla città arriva l?eco di qualche trasmissione radiofonica. Chiacchierano, giocano e ballano danze popolari. Il mondo in cui vivono è fatto di attacchi degli integralisti, ma anche di uomini che si arrabbiano se si arriva a casa tardi, di donne preoccupate per le rughe. Le donne si interrogano, utilizzando il racconto delle novelle sufi che, sullo sfondo di un Islam piegato dall?integralismo, afferma la necessità di ricerca spirituale attraverso il paradosso, ma anche la tolleranza. Il gioco di parole e di gesti che si viene a creare fra le due donne termina infatti con una domanda: «Perché cercare qualcosa che è impossibile trovare? Ma cosa è possibile?».
Lo spettacolo ?Albero di Sabbia?, in scena in questi giorni al Sipario Spazio Studio di Milano, è prodotto dell?associazione culturale ?Il Giardino dell?arte?, nata per coniugare esperienze artistiche multietniche al desiderio di portare in Italia artisti algerini, annientati dalla guerra civile. La regista Paola Mandel, figlia di un maestro sufi, la corrente mistica dell?Islam, e nipote di un?ebrea, lo spiega così: «Abbiamo voluto rappresentare una certa tensione verso il ?cielo? da parte di due donne che vivono in un Paese distrutto dalla guerra civile, dove la ricerca spirituale diventa più pressante o forse anche più improbabile. Per farlo ho scelto le novelle sufi, usate da secoli come strumento di insegnamento, che dispongono sette livelli di interpretazione diversa. La musica è composta da danze algerine, oltre a una canzone yiddish e a una canzone francese di Edith Piaf, ?Mots d?amour?, che conclude lo spettacolo. È anche un ringraziamento a tutte le culture con cui sono cresciuta e da cui ho attinto per tanto tempo».
Il ?Giardino dell?arte? a gennaio del ?99 porterà a Milano il celebre Elhadi Cheriffa, un ballerino algerino esiliato a Lione, dove ha fondato la sua compagnia di danza con ballerini francesi e algerini.
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