Famiglia

I rimpatri? Regioni in ordine sparso

L’Italia richiamata dal Comitato Onu sui diritti dell’infanzia (di Barbara Ghiringhelli).

di Redazione

Solo pochi mesi fa, il Comitato Onu sui diritti dell?infanzia ha inviato precise raccomandazioni al governo italiano proprio riguardo alla situazione dei minori stranieri non accompagnati. “Il Comitato guarda con preoccupazione la carenza di strutture adeguate atte ad accogliere minori non accompagnati”, si legge nel documento conclusivo che censura, tra l?altro, anche la mancanza di armonizzazione delle procedure nelle varie regioni. Tali raccomandazioni interrogano e richiamano il nostro Paese: il dibattito è aperto. Vi è chi crede che il rimpatrio del minore sia sempre e comunque la soluzione ideale da concordare e costruire con il minore stesso e la sua famiglia. Altri sostengono il rimpatrio semplicemente perché è ?questione? dello Stato di provenienza. All?opposto, c?è chi è convinto che la soluzione migliore sia l?inserimento (lavorativo, affettivo, di studio) nella società italiana. Altri ancora, soprattutto per i minori di 14 anni, sostengono la necessità della collocazione familiare (in Italia o nel Paese d?origine). In questo vasto panorama, la posizione più vicina al supremo interesse del minore è quella che nasce da un?attenta valutazione del migliore, ma anche più realistico, progetto di crescita. Dalla volontà del minore (e quindi dal suo ascolto) e dalle reali possibilità offerte nel Paese in cui vorrebbe rimanere. è sicuramente la strada più adeguata. Ma anche la più difficile e impegnativa, in quanto richiede l?attivazione e il lavoro sinergico di una serie di operatori e di agenzie in Italia e nel paese d?origine. Con quale problema ci si dibatte, dunque? Con il fatto che dietro a tutti questi modelli troviamo politiche sociali, modalità di erogazione dei servizi, costi e approcci culturali diversi. Diversi in ogni regione. E tali approcci, ancora oggi, distinguono le posizioni dei singoli Tribunali dei minori che si trovano a decidere sui singoli casi. Barbara Ghiringhelli, sociologa e consulente di Telefono Azzurro


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