Welfare

Carcere: solo l’8% dei detenuti ha un lavoro

Il dato è emerso nel corso della presentazione del libro “Il lavoro penitenziario” di Monica Vitali. Proposto anche il ricorso al lavoro temporaneo

di Antonietta Nembri

Il diritto al lavoro anche in carcere. E? questa una delle tesi sostenute nel corso della presentazione del libro ?Il lavoro penitenziario? (edizioni Giuffrè) di Monica Vitali – oggi giudice del lavoro ed ex magistrato di sorveglianza – a cui hanno partecipato il ministro della Giustizia Piero Fassino, l?assessore al lavoro della provincia di Milano Cosma Gravina e don Virginio Colmegna, direttore della Caritas ambrosiana e presidente dell?Agenzia di Solidarietà per il lavoro. Non c?è discordanza tra la necessità della certezza della pena e ciò che succede durante e dopo l?espiazione della stessa: ?il tempo della pena?, ha ricordato il ministro Fassino ?non è un tempo di vita negato, ma è un periodo da usare per offrire un percorso. Alcune misure sono state assunte negli ultimi anni?. Resta il fatto che solo l?8 per cento della popolazione carceraria ha un lavoro e, come ha ricordato anche il ministro ?occorre riflettere sul tipo di lavoro che si fa in carcere, molto spesso marginale che ha un puro valore di socializzazione?. Una situazione che va lentamente, molto lentamente cambiando come dimostrano alcune esperienze in corso a San Vittore a Milano, a Rebibbia a Roma e a Palermo all?Ucciardone dove si sta puntando sull?informatizzazione. ?Sono 32 mila i detenuti che stanno scontando una pensa esterna al carcere?, ha ricordato ancora Fassino, ?ma è un dato che non viene mai riportato?. Dal pubblico è stato anche ricordato al ministro che mancano alcuni decreti attuativi per dare gambe per correre alle leggi, così che ancora oggi continua a far notizia la persona che in semilibertà compie una rapina, a fronte dei trentamila che invece lavorano per reinserirsi. L?assessore provinciale Cosma Gravina ha colto l?opportunità dell?incontro per annunciare l?imminente approvazione di una delibera da 500 milioni per le attività intra ed extra muraria nelle quattro carceri della provincia di Milano. Per Gravina l?attenzione è da una parte a ?rendere il detenuto di oggi un lavoratore di domani?, ma anche al cambiamento del mercato del lavoro ?nell?ultimo anno il 76 per cento dei nuovi contratti di lavoro sono stati interinali e atipici, i magistrati di sorveglianza non possono chiedere per i detenuti il tempo indeterminato quando il mercato del lavoro lo contempla per una percentuale ridotta. E? qui che si inserisce?, ha ricordato Gravina ?il passaggio dall?assistenzialismo a una nuova forma di sussidiarietà?. L?esperienza dell?Agenzia di solidarietà per il lavoro che vede la partecipazione di soggetti dell?imprenditoria, sindacati, non profit e pubblico è stata presentata da don Colmegna che l?ha presentata come ?il frutto di un patto ispirato dagli stessi detenuti. Dove c?è lavoro?, ha ricordato don Colmegna ?la recidività diminuisce. Per questo il tema del lavoro è decisivo?.


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