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Iraq: don Vitaliano a Sirchia, inutile ospedale da campo

Don Della Sala scrive a ministro Sirchia invitando a non fare interventi superflui inutile un ospedale da campo, piuttosto bisogna rifornire gli ospedali esistenti di medicine

di Redazione

Don Della Sala scrive a ministro Sirchia invitando a non fare interventi superflui a Baghdad inutile un ospedale da campo, piuttosto bisogna rifornire gli ospedali esistenti di medicine e attrezzature adeguate. Lo sostiene dalla capitale irachena don Vitalinao della Sala inuna lettera aperta al ministro Sirchia nella quale si invita il ministro della sanita’ a non consentire spese inutili nell’aiuto alla popolazione. ”Con l’associazione di solidarieta’ ”Aiutiamoli a vivere” – scrive don Vitaliano – ho visitato alcuni ospedali di Bagdad e Kerbala. Ho appreso che il governo italiano starebbe per allestire un grande ospedale da campo accanto al principale nosocomio della citta’. A detta dei medici che ho incontrato, Bagdad non ha bisogno di altri ospedali. Quelli esistenti sono sufficienti a coprire il fabbisogno della popolazione in quanto non hanno nulla da invidiare ai migliori ospedali italiani. I milioni di euro che stanzierete per l’ospedale da campo italiano dovrebbero essere utilizzati per attrezzare quelli iracheni gia’ esistenti, per rifornirli di medicine e macchinari e per pagare gli stipendi a medici, paramedici e al personale ospedaliero che da settimane lavorano da volontari nelle strutture sanitarie. L’Iraq ha bisogno di tanta solidarieta’, ma non dei soliti sperperi e di progetti faraonici inutili che noi italiani conosciamo bene. Questa volta non possiamo piu’ permettere la sceneggiata di progetti di cooperazione di facciata, dovremmo chiedere ai medici iracheni le priorita’ di cui necessita la sanita’ irachena. Spero che le associazioni che da sempre lavorano in Iraq comincino a farsi sentire. E’ necessario – conclude il sacerdote – che la gestione della solidarieta’ ritorni alla societa’ civile e sia sottratta ai governi e agli apparati militari. Il popolo della pace che tanta parte ha avuto nel tentativo di evitare la guerra pretenda ora di essere protagonista nella ricostruzione dell’Iraq e chieda conto al governo dei progetti e della loro realizzazione”.


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