Famiglia

Minori e accoglienza. Questa casa non è un albergo

Il nome, Bed & Breakfast protetto, richiama il turismo. Ma quella inventata a Milano é una formula per dare una famiglia a ragazzi grandi che non ce l'hanno.

di Benedetta Verrini

“La prima sera che Luca è venuto a cena da noi, per conoscerci, era nervoso. Si è tenuto il cappellino in testa, calato sugli occhi. Ostentava distacco, concentrato sulla tastiera del suo cellulare, intento a mandare chissà quali messaggi. Abbiamo rotto il ghiaccio apparecchiando insieme la tavola”. Da oltre due mesi, ormai, Roberto e sua moglie Laura ospitano Luca a casa loro, attraverso il progetto del Bed and Breakfast protetto. Si tratta di una formula assolutamente innovativa, sperimentata e avviata dal Cam – Centro ausiliario per i problemi minorili di Milano, per dare ospitalità a ragazzi con problemi familiari che, sulla soglia della maggiore età, non possono vivere con i loro genitori ma nemmeno gestirsi da soli. Dove andare, allora? In una “famiglia ospitante”, cioè un single o una coppia, come Roberto e Laura, disposta ad offrire una stanza all?interno della propria casa e condividere il clima familiare della sera, dopo l?orario di lavoro. “Non ha nulla a che vedere, dunque, con esperienze d?accoglienza come l?affido, in cui si richiede un coinvolgimento e una responsabilità di tipo genitoriale”, spiega Franca Colombo, responsabile Ufficio formazione del Cam. “Il Bed and Breakfast protetto è un vero e proprio lavoro sociale: la famiglia, dopo essere stata selezionata e aver seguito un corso con i nostri esperti, viene retribuita con una somma lorda di mille euro al mese. Si tratta di offrire un servizio d?accoglienza domestica, da un minimo di tre mesi fino a un massimo di due anni”. Attualmente nell?hinterland di Milano ne sono già partiti sette. Cinque riguardano ragazzi italiani, gli altri due ragazzi stranieri (uno rifugiato e l?altro con permesso di soggiorno). “Si tratta di giovani con situazioni familiari molto sofferte, seguiti dai servizi sociali”, prosegue la Colombo. “Sono alla soglia della maggiore età ma, come la maggior parte dei nostri ragazzi, ancora impreparati ad affrontare il mondo da soli. A casa non possono tornare; il pensionato per adulti rappresenta un ambiente inadatto; per il gruppo appartamento non sono ancora pronti. Cosa c?è di meglio di un ambiente familiare, sicuro e accogliente, dove vigono precise regole di convivenza e di rispetto ma ci sono anche calore e ascolto?”. è ciò che ha trovato Luca. Da due mesi a questa parte, a casa di Roberto e Laura la sua vita ha iniziato a prendere la piega giusta. “Ci siamo resi conto che, oltre alla nuova sistemazione, la grande svolta gliel?ha data il lavoro”, commenta Roberto. Lui e sua moglie si sono dati da fare per farlo entrare come apprendista in un?officina vicino a casa loro, e il Cam ha garantito la retribuzione con una borsa lavoro. “Adesso si alza e canta, felice come un bambino”, continua Roberto. “Gli diamo la sveglia alle 7 e 20, facciamo colazione, e alle 8 usciamo insieme di casa. Mi pare davvero orgoglioso del suo lavoro: le prime sere ci raccontava, in un fiume di parole, com?era andata la sua giornata”. Luca esce dall?officina e va a giocare a calcetto. Anche in questo caso, la famiglia e il tutor del Cam hanno sollecitato il suo coinvolgimento in un?esperienza di squadra. Ma com?è la gestione della casa? “Bisogna dargli delle regole, è chiaro” dice Roberto. “Deve tenere la sua stanza in ordine, darci una mano ad apparecchiare. Gli abbiamo consegnato le chiavi di casa, e sa che deve rispettare gli orari. Certo, è un ragazzo: non si può pretendere che tutto sia sempre in ordine. Non siamo mai stati nemmeno tentati di porci come vice-genitori, forse anche agevolati dall?età: sia io che mia moglie abbiamo 32 anni”. Roberto è grafico, Laura contabile. “Quest?anno vorremmo tanto avere un figlio”, confessa lui. E allora, perché assumere un impegno così? “Ce l?hanno chiesto in molti, dai colleghi di lavoro agli amici, ai parenti. È difficile combattere la diffidenza delle persone”, risponde. “Mia moglie e io arriviamo da situazioni familiari non felicissime. Ci sembrava bello ospitare una persona che aveva bisogno: l?abbiamo preso come un arricchimento personale. Luca resterà per altri quattro mesi, ma penso che il suo soggiorno andrà prolungato, visto che ora la sua vita si sta assestando bene. Quando avrà diciotto anni, si vaglierà la situazione. Ha bisogno di certezze, Luca. Spero che con noi impari a non sentirsi solo”. Info: Corsi per B&B Volete diventare una famiglia ospitante del Bed & Breakfast Protetto? Il Cam – Centro ausiliario per i problemi minorili (CAM) ha ormai pienamente avviato il servizio. Si tratta di un?ospitalità retribuita: il compenso è di mille euro lordi mensili. è richiesto un reale interesse per i problemi giovanili e la disponibilità di una stanza in più. Titolo preferenziale verrà dato alle coppie coniugate o stabilmente conviventi. Per entrare a far parte delle famiglie ospitanti è indispensabile partecipare a un corso di formazione di 20 ore che avrà inizio a Milano il prossimo 10 maggio 2003. Info: Cam, tel. 02.48002256


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