Non profit

Macedonia: anche operatori umanitari pronti a intervenire

La Caritas segue da vicino l'evolversi della situazione e si mobiliterà «se necessario»

di Gabriella Meroni

Caritas Italiana segue con preoccupazione l’evolversi della crisi che contrappone militarmente, in Macedonia, esercito e polizia ad alcuni gruppi di guerriglieri albanesi. La piega assunta dagli eventi non lascia ancora intravedere un serio e produttivo sforzo di composizione politica della crisi. Caritas teme che la parola sia lasciata sempre più alle armi, che stanno affluendo massicciamente, da più canali, verso le parti in conflitto. Caritas Italiana è ovviamente molto attenta agli sviluppi umanitari della situazione. In Macedonia, l’ufficio e gli operatori Caritas agiscono nell’ambito del coordinamento internazionale Caritas Network e sono in costante contatto con la Croce Rossa e le autorità di Skopje. Per ora la situazione appare sotto controllo: sfollati di etnia macedone, prevalentemente dalla zona di Tetovo, sono ospiti di famiglie macedoni assistite dagli organismi umanitari; un campo di accoglienza, predisposto dalla Croce Rossa, sino a oggi è rimasto inutilizzato. Quanto alla popolazione albanese, alcuni villaggi di montagna, controllati dalla guerriglia, potrebbero richiedere interventi tempestivi, nei prossimi giorni, soprattutto riguardo alla necessità di farmaci e altri generi di assistenza e conforto. Molti sfollati si sono diretti verso l’Albania. Altri sono insediati in Kosovo, nelle zone che confinano con i villaggi macedoni in cui, nelle scorse settimane, è scoppiata la crisi: nella sola area municipale di Vitina sembra siano state accolte, da famiglie kosovaro-albanesi che ricambiano l’ospitalità ricevuta nel ’99, centinaia di persone in fuga dalle montagne circostanti. Due pullmann di profughi albanesi sono segnalati in arrivo dalla Macedonia a Ferizaj, nel Kosovo sud-orientale. Per ora non esistono gli estremi per parlare di emergenza umanitaria. Se la crisi militare dovesse aggravarsi, però, anche le sofferenze delle popolazioni locali potrebbero divenire drammatiche. Caritas Italiana continuerà a seguire da vicino, tramite le sue sedi e i suoi operatori in Macedonia, Kosovo e Albania, l’evolversi della situazione e si mobiliterà qualora se ne presentasse la necessità.


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