Lavoro del futuro

Vuoi partecipare alla scuola per giovani pastori?

La Scuola Giovani Pastori è nata dalla collaborazione tra Crea e l’associazione Riabitare l’Italia per aiutare i giovani ad avviare o continuare attività di pastorizia nelle aree interne del Paese. Per la primavera 2024 è prevista una nuova formazione in Sicilia (ma è aperta a tutti)

di Sabina Pignataro

L’Italia sta riscoprendo la pastorizia. In particolare, sono sempre più i giovani ad avvicinarsi a questa attività che sembrava quasi abbandonata nel nostro Paese. Avvicinarsi al mestiere, però, non è cosa semplice, soprattutto per coloro che non hanno mai lavorato nel settore agricolo.

Ecco allora che negli ultimi anni si sono moltiplicate le scuole e i corsi di formazione per gli aspiranti allevatori. Una di queste si chiama Scuola Giovani Pastori. È una scuola itinerante ed offre una formazione gratuita e prevede tappe in diversi territori italiani.

In primavera una nuova formazione (gratuita) in Sicilia

La prima edizione realizzata con il contributo di Fondazione Cariplo si è svolta in Piemonte tra il 2022 e il 2023 ed ha registrato il tutto esaurito. Per la primavera 2024 è prevista una seconda puntata che si svolgerà in Sicilia, nel territorio delle Madonie.

Lo scopo del progetto, portato avanti dal Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi di economia agraria) con la Rete Rurale Nazionale, l’Associazione Riabitare l’Italia (realtà impegnata nella rivalutazione delle aree interne) ed altri partner, è quello di fornire agli studenti, selezionati tramite un bando, gli strumenti per avviare o riprendere attività di pastorizia in Italia secondo principi di sostenibilità sia economica che ambientale.

Non ci sono limitazioni di provenienza per chi vuole partecipare. L’importante è avere un interesse concreto nei territori indicati dal bando. Esempio. La prima edizione insisteva nelle aree interne del Nord-Ovest ma è stata aperta alla partecipazione di giovani da tutta Italia. Quindici i ragazzi selezionati, tutti under 40, su una rosa di 50 candidati. A loro è stata offerta formazione sia pratica che teorica su pascolo e allevamento in aree montane.

Chi sono i nuovi pastori? Soprattutto donne 

Tra le persone che si avvicinano alla pastorizia in Italia, ci sono soprattutto ragazzi tra i 20 e i 30 anni. Fra i partecipanti alla prima edizione, Scuola Giovani Pastori segnala che la maggioranza delle partecipazioni era femminile e la media età degli studenti era di 28 anni. E, oltre a chi ha ereditato il mestiere in famiglia e studia mentre porta le pecore al pascolo, c’è chi ha addirittura ha deciso di lasciare le grandi città e trasferirsi con i bimbi piccoli e nascituri in comunità di campagna ristrutturando vecchie cascine.

Come funziona il corso

Due i moduli in cui è divisa la scuola. La prima parte prevede approfondimenti online su varie tematiche (gestione dei pascoli, rapporto con gli animali selvatici, controllo qualità, HACCP) con la possibilità di confrontarsi con aziende e realtà dei territori selezionati annualmente. Il metodo didattico adottato dalla scuola è quello della peer education, che esula dal tradizionale rapporto gerarchico docente-allievo nelle aule ma in cui ci si scambia conoscenze tra pari.

Il secondo modulo, incentrato su produzione, trasformazione e valorizzazione del prodotto, per quest’anno si è tenuto a Moretta, presso l’Agenform (Agenzia dei servizi formativi della provincia di Cuneo). Qui gli studenti hanno imparato come fare dei formaggi artigianali con strumenti all’avanguardia.

Al di là delle lezioni, gli studenti sono stati inseriti in un percorso che li vede tuttora coinvolti in una rete di scambio tra ricercatori e pastori e che li accompagna nella co-progettazione di un allevamento sostenibile e nello sviluppo della propria idea imprenditoriale o lavorativa. Dopo la prima edizione la Scuola Giovani Pastori ha ricevuto il riconoscimento ai Food&Wine Italia Awards 2022 nella categoria «Innovazione nel cibo».

Per approfondire: Riabitare l’Italia
Questa associazione è composta da un gruppo volontario di esperti, professori, operatori, attori sociali, enti locali e altre istituzioni attive a livello nazionale cittadini, organizzazioni non governative, imprese, cooperative e aziende che hanno deciso di portare avanti un progetto culturale e editoriale per la rivalutazione delle aree interne: «Guardiamo il nostro Paese dalle aree che si spopolano e da riabitare, nella convinzione che la situazione di debolezza che le caratterizza non sia né “naturale” né tantomeno ineluttabile» – spiega la direttrice Sabrina Lucatelli. «Anzi pensiamo che ci sia molto di bello da scoperchiare e molto di sbagliato da contrastare». L’associazione, organizza seminari, tavoli e percorsi professionali collaborando con numerosi poli universitari sparsi nell’intera penisola, con istituti di ricerca come il CREA e organizzazioni di rappresentanza. (info)

Per le foto si ringrazia  Scuola Giovani Pastori


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