Famiglia

Sars: Sirchia, forse da noi arriva in autunno

"La Sars e' in crescita e non possiamo escludere che dopo l'estate arrivi anche in Italia", dice il ministro della Salute Girolamo Sirchia

di Paolo Manzo

La Sars ”e’ in crescita” e ”non possiamo escludere” che dopo l’estate arrivi anche in Italia. ”Normalmente accade cosi’ per le influenze. Nascono nelle zone asiatiche all’inizio dell’anno, si diffondono in aree piu’ o meno estese a seconda della virulenza, e poi alla fine dell’anno arrivano da noi con virus spesso mutati”. Ad aspettarsi che in autunno il virus della polmonite atipica possa colpire anche la penisola e’ il ministro della Salute Girolamo Sirchia, intervistato da ‘Il Giornale’. Il numero uno della sanita’ italiana assicura comunque che se un’epidemia del genere dovesse colpire l’Europa ”la nostra rete sanitaria sarebbe in grado di fronteggiarla adeguatamente”. Sirchia ricorda inoltre che nel nostro Paese, ”per il momento, i casi sono pochi: solo 3”; questo ”non significa che stiamo abbassando la guardia, ma e’ inutile creare allarmismi”. Sull’ipotesi dell’Istituto Pasteur di Parigi, secondo cui la Sars potrebbe radicarsi nel territorio e diventare una malattia endemica ripresentandosi sporadicamente, Sirchia sostiene che ”non possiamo dirlo perche’ non sappiamo ancora abbastanza su questo virus”. Il ministro sottolinea che ”anche paragonare la polmonite atipica a un’influenza e’ un’ipotesi del tutto arbitraria. Noi non sappiamo se la Sars si comportera’ come un’influenza, dobbiamo aspettare per fare una simile affermazione. Mi sembra che si stia correndo troppo in fretta, lanciando congetture che al momento non hanno fondamento scientifico”, aggiunge Sirchia. ”Per il momento l’epidemia e’ in crescita – ripete il ministro- ma si tratta di una crescita modesta e anche la mortalita’ e’ bassa”. Quello della Sars, quindi, ”non sembrerebbe un virus particolarmente aggressivo ma al momento non si puo’ dire se e quando potremo dirci al sicuro dal rischio di contagio”. Riguardo al vaccino, poi, Sirchia fa notare come sia ”ancora in dubbio se nella Sars agiscano piu’ virus insieme”; di conseguenza ”e’ troppo presto per dire se un vaccino potra’ essere utilizzato o meno. Forse tra qualche settimana un vaccino potrebbe non apparire piu’ necessario”. Interrogato sulla possibilita’ che la turista cinese ricoverata all’ospedale Sacco di Milano vada ritenuta un quarto caso sospetto di Sars, Sirchia risponde che ”al momento i casi di Sars in Italia restano soltanto 3, tutti importati, e non ci sono stati segnalati nuovi casi sospetti”. Al ministro, poi, sembra ”una preoccupazione eccessiva” quella delle famiglie che temono il contagio da parte delle collaboratrici familiari filippine rientrate in patria per Pasqua e poi tornate al loro lavoro in Italia: ”Nelle Filippine i casi sono solo 2 e con una sola vittima”, puntualizza Sirchia, pertanto ”non si puo’ certo parlare di epidemia”. Sulle modalita’ di trasmissione del virus il ministro afferma che ‘non ci sono certezze”, e che ”allo stato delle cose qualunque affermazione rischia di essere smentita il giorno dopo”. Infine, sul tema misure di sicurezza e sull’esempio dei sindacati di Polizia in protesta perche’ non abbastanza tutelati, il responsabile della sanita’ italiana conclude: ”Tutto il materiale necessario per la prevenzione (mascherine, guanti e camici) e stato fornito al personale preposto ai controlli e quindi in pericolo di contatto con persone o materiali provenienti dalle zone a rischio. Non avrebbe alcun senso mettere quel materiale a disposizione di chi non corre alcun rischio”.


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