Disabilità
Giubileo 2025, rendiamolo davvero accessibile
A poco più di un anno dall’inizio dall'Anno santo, Roma si sta preparando a essere veramente inclusiva e accogliente? «Bisogna garantire la fruibilità per tutti. È necessario coinvolgere le persone con disabilità e le associazioni. C’è ancora tanto da fare», dice Giorgio Guardi, guida turistica e socio fondatore dell'associazione Radici
«Sono tante le carenze strutturali e di informazione che creano tantissime barriere, nei confronti delle persone con disabilità. Dobbiamo prenderci del tempo per iniziare un tavolo di lavoro, per confrontarci su determinate questioni. Dobbiamo chiederci: c’è una discriminazione in atto? C’è il rischio che nel 2025 si aprano tutte le Porte Sante ma non tutti possano arrivarci?». Così Giorgio Guardi, guida turistica e socio fondatore, responsabile del turismo e dei servizi turistici di Radici aps.
Ci diamo appuntamento per quest’intervista al Pantheon, sito museale più visitato in Italia, solo lo scorso agosto ha registrato 280mila ingressi. «In occasione del prossimo Giubileo vogliamo indagare tanti aspetti. C’è molto da perfezionare, sia all’interno di siti e monumenti sia negli spostamenti da un punto all’altro della città, in un anno di grande overtourism (con traffico di persone, macchine, mezzi). All’interno dei luoghi di cultura ci sono tante criticità da rilevare e migliorare. Il tema non è soltanto dell’accessibilità, ma dell’inclusione. È un tema forte, si riferisce ai punti dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, che riguardano anche il livello di inclusione e l’accessibilità all’interno delle città. Lavorando da tanti anni come guida turistica», spiega Guardi, «so benissimo che il turismo è un’industria e che nel 2025 toccheremo picchi altissimi, si aggiungerà il 30-50% di visitatori. Auspichiamo che ci sia un tavolo di lavoro sull’accessibilità, nell’ufficio del Giubileo. Vogliamo monitorare i siti, i monumenti, le basiliche di Roma e agire in anticipo, prevenendo tutti i problemi, per non arrivare completamente impreparati a quest’appuntamento così importante».
Rispetto a rivoluzionare la viabilità di piazza Pia e di tutta la zona di San Pietro «fare dei percorsi tattili e dei modellini dei monumenti, inserire nei video il Linguaggio dei Segni – Lis sarebbe poca cosa. Basterebbe chiedere a competenti e disabili di fare dei sopralluoghi. L’immagine di una città come Roma che sposa la missione di essere aperta a tutti non si può permettere di lasciare a casa delle persone». Mentre visitiamo il Pantheon, Guardi mi fa notare che i pannelli all’interno hanno delle scritte molto piccole: «leggere è difficoltoso per noi», sottolinea, «figuriamoci per chi è su una sedia a ruote».
All’interno del monumento, edificio con la cupola in cemento più grande del mondo, notiamo che sono molti i visitatori in carrozzina. «Lo scorso settembre, in occasione del “Roma Dis Mob”, visita guidata inclusiva a cura di Radici e Farwill per promuovere il turismo accessibile nelle città d’arte italiane, organizzata nell’ambito del Disability Pride Italia, eravamo insieme a persone con disabilità fisiche e sensoriali: alcuni visitatori erano su sedie a ruote, altri erano ciechi o ipovedenti, altri sordi», racconta Guardi. «Chi è cieco, al Pantheon non sa se ha la possibilità di toccare le pareti, non c’è una regolamentazione. Noi in quell’occasione abbiamo chiesto se per i visitatori con disabilità visive fosse possibile toccare, con i guanti, le pareti e ci hanno dato il permesso. Abbiamo riscontrato molta disponibilità e gentilezza, da parte di tutto il personale. Ma mancano alcuni “tasselli” importanti per parlare di vera inclusione. Non ci sono stati offerti degli ausili per abbattere le barriere sensoriali, non è presente un percorso tattile».
Giorgio Guardi mi fa notare che, nel Pantheon, manca un modellino, una tavola, un disegno a rilievo che possa aiutare chi è cieco o ipovedente a fruire del monumento. «Noi dell’associazione Radici abbiamo creato dei disegni a rilievo. Ovviamente ci vogliono tempo e lavoro per la progettazione e la realizzazione. Noi siamo disponibili a collaborare per migliorare la fruizione delle persone con disabilità. Al museo tattile statale Omero di Ancona sono presenti tanti modellini di monumenti di Roma, anche due tridimensionali del Pantheon. Facciamo in modo che anche in un angolo del Pantheon sia presente un modellino, a disposizione dei visitatori ciechi e ipovedenti».
La missione dell’associazione Radici è di garantire l’accesso di tutti al patrimonio culturale, con attenzione ai bisogni specifici e alle esigenze delle persone con disabilità visiva, uditiva o motoria. Ha in cantiere un progetto per il Giubileo del 2025, in collaborazione con enti museali per la realizzazione di percorsi accessibili.
«La grande difficoltà degli utenti è che a seconda dei musei che si vanno a visitare, la conoscenza e la consapevolezza del pubblico con disabilità sono differenti. Nel caso del Pantheon, da pochi mesi per i non residenti l’ingresso è a pagamento, si spera che i soldi vengano investiti bene, anche per quanto riguarda i servizi offerti agli utenti disabili».
Anche i siti internet dei musei e dei luoghi di cultura non sempre offrono tutte le informazioni necessarie. «Spesso l’informazione per i visitatori disabili si riduce alla frase “l’ingresso è gratuito con accompagnatore”. Ma come ci si arriva? C’è totale accessibilità? Che ausili sono presenti per vari tipi di disabilità? Manca la cura. Sul sito del Pantheon non si trova l’informazione relativa al fatto che, se sei disabile, puoi usufruire di una pedana e puoi lasciare l’auto in un parcheggio dedicato ai disabili, che non ci sono ausili tattici e non c’è un bagno per disabili», prosegue Guardi. «La poca trasparenza può far passare la voglia, se c’è un riferimento alla propria condizione è meno mortificante, meno scoraggiante. Nel 2025 bisognerebbe mettere una task force per organizzare un evento come il Giubileo. Dubito che Roma riesca, se si continua così, a creare una sorta di tavolo di lavoro vero. Il rischio del collasso c’è. Siamo in tempo per rimediare su alcune carenze».
«Il programma degli interventi essenziali e indifferibili per il Giubileo del 2025 è un primo gruppo di 87 interventi», si legge sul sito del Comune di Roma, «per un 1 miliardo di fondi giubilari e 1,8 miliardi di risorse complessive, a cui si aggiungono ulteriori 500 milioni di euro che riguardano invece i 335 interventi già definiti con fondi Pnrr per la realizzazione del Piano “Caput Mundi”. L’obiettivo del piano è duplice: accogliere al meglio le decine di milioni di pellegrini che verranno a Roma e, allo stesso tempo, rendere la città più accessibile, sostenibile e inclusiva, in coerenza col messaggio di speranza, fraternità universale e fiducia che Papa Francesco ha voluto porre al centro del Giubileo».
«Roma si dà come obiettivo quello di accogliere al meglio decine di milioni di pellegrini che verranno, di essere un riferimento per il concetto di inclusione universale, un centro di accoglienza, ma siamo in difficoltà anche nel dare un ordine a quello che già c’è, nel capire cosa si offre e cosa si potrebbe fare. Dobbiamo imparare a comunicare bene. Ciò sarebbe possibile mettendo in gioco tante risorse, in primis le persone con disabilità attraverso il volontariato o contratti a termine. L’inclusione lavorativa sarebbe anche un’occasione per dare visibilità alle persone con disabilità. Chi più delle persone con disabilità può sapere quali sono le necessità delle persone con disabilità?», continua Guardi.
L’immagine di una città come Roma che sposa la missione di essere aperta a tutti non si può permettere di lasciare a casa delle persone
Giorgio Guardi
«I disabili sono sempre di più e le persone sono sempre più povere. Un altro settore su cui bisognerebbe lavorare molto è quello delle strutture ricettive accessibili, che sono poche e costose, non è possibile che solo chi è ricco e/o abile possa godersi una città come Roma. L’offerta di camere accessibili negli alberghi non è in media alta: sulla carta sono due ogni 40. Vogliamo capire se, essendo le richieste di pernottamento a Roma molto alte, vengono tenute libere a disposizione delle persone disabili, oppure no».
Inoltre, bisogna vedere anche che tipo di offerta è presente. «Se si va in un hotel a quattro-cinque stelle, i servizi e un certo tipo di cura e di attenzione sono presenti. Dobbiamo cercare di capire se Roma come città turistica e anche come amministrazione, come gestione del turismo sia a livello politico sia a livello commerciale e aziendale, vuole accogliere solo persone “altospendenti”, scusatemi il termine, o se si vogliono aprire le porte a un pubblico diversificato, internazionale che abbia diverse appartenenze di classe. Io non sono nel comitato del Giubileo. È indispensabile confrontarci, tra associazioni del Terzo settore: lo stiamo facendo e lo faremo molto, nel prossimo anno. Il tema della sostenibilità del turismo responsabile che rispetti le realtà locali, il territorio, le persone, diventerà alterato quando ci sarà un passaggio continuo di persone che consumeranno. Io sono preoccupato anche per questo, con uno sguardo più generale. Ci sarà più consumo di acqua, di radioline usa e getta per le audioguide. Dobbiamo essere capaci di gestire e smaltire un’enorme quantità di rifiuti. Nel 2015 con il Giubileo della Misericordia, abbiamo raggiunto livelli di turismo abbastanza elevati ma l’abbiamo scampata, nel 2025 i visitatori saranno molti di più».
Chi più delle persone con disabilità può sapere quali sono le necessità delle persone con disabilità?
Giorgio Guardi
Altro argomento importante: i mezzi di trasporto pubblici. Per quanto riguarda le metropolitane, si stanno facendo dei lavori di ristrutturazione. «Anche un piccolo dislivello di pochi centimetri tra banchina e treno, per chi ha un certo tipo di carrozzina più pesante, può essere un problema. Ora le carrozzine sono più performanti, ma anche più pesanti e richiedono un passaggio liscio verso importanti infrastrutture come la metropolitana. Per aiutare le persone disabili», conclude Guardi, «Roma deve garantire la presenza di un operatore in ogni stazione della metropolitana».
Le foto sono di Radici aps e di Ilaria Dioguardi
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