Famiglia

Iraq: Christian Aid, aiuti bloccati dalla burocrazia

Un'operatrice della charity inglese racconta la frustrazione di non poter agire per problemi burocratici

di Carlotta Jesi

«In questo momento dovrei essere a Bassora col mio team per portare medicine salvavita, insulina, ossigeno e anestetici. Invece sono qui nella relativa opulenza di Kuwait City. C’è un gran bisogno di medicine, ma siamo stato bloccati dalla burocrazia».

A parlare così, è Dominic Nutt. Un’operatrice della charity inglese Christian Aid che ha confidato al quotidiano inglese The Guardian la sua frustrazione per non poter aiutare gli iracheni a causa di ostacoli burocratici e richieste di permessi che non arrivano mai.

«Dopo giorni di battaglie con gli ufficiali americani e inglesi, e con la burocrazia del Kuwait, ci hanno detto che non abbiamo i requisiti per portare le nostre attrezzature mediche in Iraq. Non possiamo entrare perché ci manca un francobollo particolare su un particolare pezzo di carta. Queste cose sembrano più importanti della gente che ha bisogno di medicine».

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