Mondo

Aiuti all’Iraq: nuova accusa di Save the children a Usa

«Gli americani stoppano gli aiuti»

di Gabriella Meroni

«Le forze della coalizione impediscono da piu’ di una settimana l’atterraggio di un aereo a Erbil con forniture mediche raccolte da Save the Children per curare 40.000 persone». Lo ha ribadito anche oggi Rob MacGillivray, responsabile del Programma di Emergenza di Save the Children in Nord Iraq, preoccupato perché quel materiale sanitario è destinato agli ospedali di Mosul, dove «da settimane i medici lavorano in condizioni disperate, senza salario, senza acqua e con pochissimi medicinali. I medici di Mosul che stiamo cercando di aiutare», ha detto il responsabile di Save the Children, «lottano da settimane per salvare vite umane. A causa del comportamento delle forze militari occupanti, non possiamo portare l’aiuto che avevamo promesso. Questa è una chiara violazione della Convenzione di Ginevra. Il tempo che si sta perdendo costa la vita a moltissimi bambini. Secondo la Convenzione di Ginevra», ha rimarcato MacGillivray, «le forze occupanti sono obbligate a proteggere i civili e a dare libero accesso agli aiuti umanitari. E’ evidente che le forze occupanti l’Iraq hanno disatteso questi obblighi». «Save the Children ha chiesto il permesso per l’atterraggio del cargo di aiuti il 9 aprile; inizialmente c’e’ stata una mancanza di chiarezza da parte delle forze di colazione circa le procedure per la richiesta di atterraggio. Una domanda formale e’ stata comunque presentata il 12 aprile. Dopo 5 giorni di attesa un ufficiale dell’esercito Usa ha comunicato che l’area di Erbil e’ troppo pericolosa per consentire l’atterraggio di voli con aiuti umanitari». Le Nazioni Unite hanno pero’ dichiarato Erbil “area sicura”.


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