Welfare

Chi ti capisce, maestro?

Sono motivati e preparati, entusiasti del lavoro e dei colleghi. Severi con gli studenti, dialogano poco con le famiglie.

di Redazione

Bravi, soddisfatti e motivati. Ma sconsolatamente incompresi e senza stima. Così si vedono gli insegnanti elementari, secondo il Rapporto scuola 1998 realizzato dall?editore Piemme, colosso della letteratura per ragazzi, con l?ausilio della Doxa. Campione: 514 idealisti, di 134 Comuni italiani uniformemente distribuiti sul territorio nazionale, praticamente la scuola italiana. Secondo l?indagine, i maestri sono prevalentemente donne (91 per cento) ?over 35? e cioè per il 45 per cento nella fascia tra i 35 e i 49 anni e 32 per cento in quella oltre i 50. Per la stragrande maggioranza, 76 casi su 100, gli insegnanti sono provvisti della sola maturità magistrale e solo il 18 per cento ha la laurea. Famiglia, lavoro, affetti e cultura svettano nella classifica degli ?aspetti importanti? della vita; se ne dichiarano ?molto soddisfatti?, percentuali molto alte di intervistati: 92,6 per cento, 73,7 per cento, 72,1 per cento e 61 per cento. Langue invece l?impegno sociale: molto imporante per l?esistenza di 41,1 insegnanti su 100, ma solo ?abbastanza? per l?altra metà (48,2 per cento) e ?poco? per il restante 9,9 per cento. Crolla, fra gli interessi dei maestri e delle maestre, l?attività sindacale o politica (64 su 100 non la reputano importante), in aumento, invece, la gratificazione derivante dal lavoro. Una percentuale oscillante intorno alla metà del campione si dichiara ?abbastanza soddisfatta? un po? di tutto: dalla condizione di lavoro al rapporto con i colleghi, dall?interesse della professione alla utilità del proprio ruolo, per arrivare fino all?orario. Ciò che calamita lo scontento è il salario, ritenuto insoddisfacente dal 75 per cento dei maestri, mentre al top della soddisfazione troviamo la possibilità di collaborare alla formazione dei ragazzi, molto importante per oltre il 60 per cento del campione. Ma il disagio non riguarda solo il trattamento economico, anche la percezione di una diffusa disistima sociale angustia gli insegnanti italiani. Ottanta su 100 ritengono di essere poco stimati, altri 19 pensano invece di non esserlo per niente. La colpa? L?incomprensione della gente (72 per cento). Un?opinione da leggersi come un problema di comunicazione, visto la stima dei propri mezzi e della preparazione evidenziata prima. «Siamo bravi, motivati, ma non ci capite», sembrano dirci i maestri del Rapporto che, chiamati a indicare cosa va meglio e peggio nelle nostre classi, segnalano in negativo il comportamento degli alunni – peggiore per il 48 per cento – e in positivo i libri di testo e il rapporto con i colleghi. Lieve peggioramento anche per il rapporto con le famiglie e l?organizzazione della scuola. Il tarlo della disistima riemerge quando si tratta di evidenziare chi incida maggiormente sulle opinioni e sui gusti dei bambini. Il 99 per cento degli intervistati mette al primo posto la tv, quindi la famiglia, i personaggi famosi, i coetanei e quindi gli insegnanti, indicati soltanto da 55 intervistati su 100. Nella scala delle autorevolezza, i maestri si sentono all?ultimo posto. In cima agli strumenti diversi dai libri utilizzati più di recente c?è la fotocopiatrice (84%) quindi il videoregistratore (76%). Un pc con cd rom è appannaggio del 16 per cento mentre Internet è stata usata ?qualche volta? solo dal 3 per cento del campione.


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