Medio Oriente

A Gaza servono corridoi umanitari per le persone con disabilità

È la richiesta della Fish, che ha avviato interlocuzioni con i ministri Tajani e Locatelli. Nelle emergenze infatti le persone con disabilità sono le più penalizzate: serve garantire l'accesso a risorse vitali, come cure mediche e assistenza

di Sara De Carli

La federazione italiana per il superamento dell’handicap ha avviato un’interlocuzione con i ministri Locatelli e Tajani per attivare dei corridoi umanitari per le persone con disabilità che vivono nella striscia di Gaza. La federazione è impegnata da anni in Medio Oriente con una serie di progetti mirati a migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità, tra cui un Centro per la Vita Indipendente. L’impatto anche delle emergenze sulle persone con disabilità è ovviamente ancora maggiore rispetto alle persone senza disabilità, tanto che si stima che il tasso di mortalità in generale sia fra queste persone da due a quattro volte superiore rispetto a quello della popolazione coinvolta. Questo nonostante l’articolo 11 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (Crpd) sulle situazioni di rischio e le emergenze umanitarie inviti gli Stati ad adottare “tutte le misure necessarie per garantire la protezione e la sicurezza delle persone con disabilità in situazioni di rischio”.

«Così come già accaduto per il conflitto in Ucraina, Fish ribadisce il proprio impegno per la promozione della pace e della solidarietà tra tutte le comunità coinvolte. Chiediamo con forza l’istituzione di corridoi umanitari per consentire l’accesso sicuro e ininterrotto alle cure e ai servizi necessari alle persone con disabilità che vivono in quei territori martoriati da violenza e devastazione. Questi corridoi sono essenziali per garantire che le persone con disabilità possano avere accesso alle risorse vitali, come cure mediche, assistenza sanitaria e supporto sociale», si legge in una nota a forma della giunta nazionale di Fish.

«Il rispetto dei diritti umani, inclusi quelli delle persone con disabilità, deve rimanere al centro di qualsiasi sforzo per risolvere il conflitto in corso. La violenza non è mai la soluzione e, in questo momento di tensione, è fondamentale concentrarsi su iniziative che possano alleviare le sofferenze delle persone, in particolare di coloro che sono più vulnerabili, come le persone con disabilità e le loro famiglie. Ci confronteremo da subito con il Ministro Locatelli e con il Ministro Tajani per prestare la massima collaborazione nella realizzazione di percorsi che possano quanto prima accogliere le persone con disabilità e le loro famiglie costrette a fuggire».

In foto, Gaza City dopo gli attacchi israeliani di martedì 10 ottobre, AP Photo/Hassan Eslaiah


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA