Croazia pattumiera nucleare d’Europa

La denuncia è degli Amici della Terra. Che accusano: il governo croato ha stretto accordi con la Framatom per realizzare un deposito di scorie in una ex miniera

di Gabriella Meroni

Domani 24 marzo per la seconda volta in meno di un mese i cittadini della Banovina (Croazia), scenderanno in piazza contro la realizzazione di un nuovo deposito di scorie nucleari a Trnovska Gora . Ne hanno dato l ‘annuncio Toni Vidan Presidente Amici della Terra della Croazia in una conferenza stampa tenuto oggi a Zagabria insieme ad altre associazioni ambientaliste croate. Il deposito, da realizzarsi nella miniera d’argento in disuso a Majdan a due chilometri dal confine con la Bosnia – Erzegovina , metterebbe a rischio un territorio di rilevante interesse naturalistico nel quale scorre il fiume Una e per il quale è stata richiesta la tutela come riserva mondiale sotto il patronato dell’UNESCO. Il deposito dovrebbe servire alle esigenze della centrale nucleare di Krsko, ma i recenti accordi raggiunti dal Governo Croato con il gruppo FRAMATOM, portano prepotentemente alla ribalta la possibilità che l’ex miniera venga utilizzata per lo stoccaggio delle scorie provenienti dalla Francia, dalla Germania e da altri paesi europei. L’eliminazione del combustibile esaurito costituisce infatti uno dei maggiori problemi ecologici posti dalle centrali nucleari; in Europa attualmente vi è una carenza di depositi di stoccaggio a fronte di una notevole produzione di scorie. I depositi di stoccaggio vengono realizzati sempre nelle vecchie miniere che devono però avere dei requisiti idrogeologici tali da garantire la perfetta sigillatura del materiale radioattivo; le scorie devono essere rinchiuse in blocchi di vetro e depositate in contenitori di acciaio inossidabile e infine mescolate con pezzi di sale. Il presupposto dell?immagazinamento è la formazione di roccia anidra, geologicamente stabile (sale granito). La miniera di Majdan non garantisce le necessarie garanzie di sicurezza per due motivi principali: 1) il territorio in cui sorge la miniera ha delle caratteristiche di porosità elevate con presenza di numerose sorgenti acquifere . 2) la miniera è molto vicina al fiume Una (che segna il confine con la Bosnia-Erzegovina). Le caratteristiche geologiche del terreno, in caso di contaminazione, consentirebbero un rapido trasporto degli inquinanti radioattivi nel fiume Una che poi confluisce nella Sava la quale a sua volta si immette ne Danubio che sfocia nel Mar Nero. In caso di contaminazione vi sarebbero quindi delle ricadute pesantissime in buona parte dell?Europa centro-orientale. La presenza in questo progetto della corporation francese del nucleare FRAMATOM (recentemente fusasi con la tedesca SIEMENS) genera quindi più di un sospetto: perchè il colosso dell’industria nucleare europea dovrebbe gestire un deposito locale? Vi è il serio rischio purtroppo, che il deposito croato diventi in realtà il magazzino europeo delle scorie nucleari. La miniera di Majdan è infatti decisamente sovradimensionata rispetto alle esigenze della sola centrale nucleare di Krsko. A questo punto si porrebbe anche il problema del trasporto dei rifiuti radioattivi provenienti da altri paesi (Francia, Germania, Inghilterra, repubblica Ceca, Slovacchia ecc.) e diretti appunto a Majdan. Quali sarebbero i percorsi che questi pericolosissimi rifiuti dovrebbero seguire? L’Italia settentrionale sarebbe sicuramente e pesantemente coinvolta, ed una delle aree privilegiate per il transito delle scorie nucleari potrebbe essere proprio la regione Friuli Venezia Giulia (vista l’ottima rete viaria). Ecco quindi, vista la rilevanza dei problemi ambientali e di sicurezza che coinvolgerebbero numerosi paesi europei, la necessità di allargare la discussione su questo deposito che ovviamente non può essere considerato come ed esclusivamente un problema nazionale croato.


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