Volontariato

Rinascere alla vita non è un progetto

Desiderio di reinserire giovani emarginati

di Antonietta Nembri

Una comunità che non nasce a tavolino, ma è frutto di un?esperienza di vita. Ecco in estrema sintesi la storia della Casa del giovane nata a Pavia sul finire degli anni ?60 da un gruppo di preghiera, riunito intorno a don Enzo Boschetti, e animato dal desiderio di incarnare la pedagogia del Vangelo. Un?esperienza che si fa vita quando alla porta del seminterrato di viale Libertà, dove il gruppo si ritrovava, cominciano a bussare i primi giovani in difficoltà e senza fissa dimora. Don Enzo Boschetti risponde subito sì alla richiesta di aiuto. Anzi, raccontano i volontari, lasciava addirittura aperta l?automobile perché chiunque potesse trovare un riparo. Proprio in quel seminterrato, acquistato nel 1971, è iniziata l?avventura che ha poi preso il nome di Associazione ?Piccola opera San Giuseppe? che ora ha a disposizione oltre quindici comunità della Casa del giovane, sorte in oltre 25 anni di attività e sparse tra Lombardia e Piemonte. In queste case vengono accolti minori in difficoltà, tossicodipendenti, persone senza fissa dimora, extracomunitari, emarginati. In questi anni si è costituita inoltre la cooperativa sociale Casa del giovane che impiega i ragazzi in laboratori di officina meccanica, centro stampa, falegnameria, carpenteria e pelletteria e attraverso l?impegno nel lavoro manuale i giovani ritrovano l?interesse a essere attivi. Don Enzo Boschetti, fondatore della Casa del giovane, è morto nel 1993 e i suoi ricordano che «il ?don?, come veniva familiarmente chiamato, non aveva progettato a tavolino di creare una comunità di recupero, ma quando è inciampato nel dramma di tanti giovani risucchiati in quel vortice non li ha potuti più dimenticare». Con il passare degli anni il servizio offerto nelle diverse comunità si è specializzato per meglio rispondere ai nuovi disagi che si sono diffusi nel tessuto sociale. Nell?ambito del volontariato nelle comunità sono presenti un?area sanitaria che riunisce medici di base e specialisti in malattie infettive, neurologia, psichiatria, chirurgia, ematologia, odontoia tria e una vasta area psicopedagogica. Sono presenti educatori professionali, insegnanti, maestri di lavoro e psicologi che affiancano i responsabili delle diverse comunità nel lavoro quotidiano con i ragazzi ospiti. Ciascuno mette a servizio le proprie conoscenze . Accanto ai volontari, opera chi ha scelto di vivere stabilmente in comunità. Si tratta di sacerdoti, laici consacrati o famiglie che, in nome del Vangelo, contribuiscono a creare un?unità che deve realizzarsi nella corresponsabilità, nel dialogo e nella stima. In comunità non esistono barriere, lo spirito comunitario è infatti la condivisione, vissuta come unità di vita: formare una sola famiglia dove educatori e giovani, responsabili e persone in difficoltà vivono fianco a fianco. Si tratta di un cammino di promozione umana dove i giovani non vengono considerati degli oggetti di cura, ma diventano soggetti dell?azione, così da essere protagonisti della propria crescita personale. Il progetto riabilitativo, rivolto a chi sceglie liberamente di entrare in comunità si articola in tre tempi: un primo periodo di conoscenza-inserimento e socializzazione; un secondo di stima-prima autonomia e fiducia e infine un periodo di reinserimento-fiducia finale e servizio di volontariato. Si tratta di passaggi che non sono cronologici, ma si riferiscono alla maturità acquisita, dimostrata e riconosciuta dalla comunità. La Casa del giovane è una comunità dove la formazione non finisce: nessuno può dirsi arrivato, ogni giorno ci si deve sforzare di migliorare nella coscienza, nella fiducia in se stessi e nell?apertura all?altro. Nome Ass . piccola opera San Giuseppe comunita’ casa del giovane Indirizzo v.le Liberta’ 23 27100 Pavia Telefono 0382 / 29630 presidente Don Franco Tassone Scopo accoglien. d giovani emarginati , tossicodipendenti e minori


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