Formazione

Censura “etica” a Francia per armi a Saddam

Il Comitato di etica degli armamenti sostiene l'errore di Parigi, precedente alla guerra, ma comunque deleterio per gli equilibri del Medio Oriente

di Gabriella Meroni

Parigi ”ha sbagliato a vendere armi all’Iraq in un momento nel quale questo paese conduceva una politica aggressiva in Medio Oriente”: questa e’ la conclusione di un rapporto pubblicato in questi giorni dal Comitato di etica degli armamenti, che ha sede all’Ecole militaire di Parigi. Il comitato, costituito da una quindicina di ingegneri, giuristi, docenti e cappellani, ha redatto un rapporto di 25 pagine che rappresenta un duro atto d’accusa verso Parigi. Le Monde ne cita alcuni passi. ”La Francia -si legge- e’ diventata un fornitore privilegiato di armi per diversi paesi arabi la cui sicurezza non le e’ di certo indifferente, ma la cui politica interna presenta scarsa omogeneita’ con le democrazie dell’Europa occidentale”. Alcuni di questi contratti firmati dalla Francia pongono Parigi ”in una situazione politica e morale delicata”. L’Iraq, in particolare -giudica il comitato di etica parigino-, ha sviluppato una potenza militare, acquisita in parte grazie a una cooperazione militare con la Francia e globalmente incoraggiata dai paesi del Medio Oriente e dalla comunita’ occidentale, per condurre una politica che si e’ rivelata aggressiva”. Dopo aver ricordato gli aerei Super-Etendard e i missili Exocet forniti a Baghdad in piena guerra con l’Iran, la contemporanea cessione di cannoni a Teheran, la cooperazione con l’Iraq per la costruzione di Osirak (il reattore nucleare di ricerca poi distrutto nel 1981 da un raid israeliano), il comitato conclude: ”Fornendo armi all’Iraq in guerra, la Francia ha contribuito a mantenere in Medio Oriente un equilibrio minacciato dalla preponderanza iraniana, a prolungare un sanguinoso conflitto e a forgiare l’arsenale con il quale l’Iraq ha aggredito il Kuwait”.


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